Garibaldi, chi? (1)

Vogliamo proporre una interessante riflessione “meridionalista” che Luigi Maganuco ha dedicato a Garibaldi e che così lo ha presentato: Garibaldi, il massone assassino, stupratore, corsaro, pirata e ladro. Continuare a parlare di Garibaldi, costituisce un dovere morale per noi meridionali, visto che gli uomini del Risorgimento Italiano facevano parte della massoneria anticattolica, con l’obiettivo di distruggere il Papa e la Chiesa cattolica. Garibaldi fu iniziato a Montevideo nel 1844 in una loggia denominata Asil De la Vertud, loggia legata alla massoneria brasiliana e cinque anni prima della spedizione dei mille, era iscritto alla loggia Philadelpbes di Londra, centro di posizione socialista soprattutto antipapista. Il papa Leone XIII, autore della Rerum Novarum, aveva introdotto grosse novità nella chiesa alla fine dell’Ottocento, aveva profetizzato i mali della massoneria praticata in Italia dai giovani del Risorgimento, con Mazzini maestro e profeta. Il papa asseriva categoricamente, che un massone non può essere un cattolico e viceversa.
La massoneria, madre di tutti i principi praticati contro la chiesa e la morale occidentale, aveva l’obiettivo di distruggere tutta la cultura morale occidentale, portando nel caos l’occidente storico, come in realtà è avvenuto oggi. Nel 1860 a Palermo, fu elevato al grado di Maestro Massone e le sue posizioni divennero sempre più intransigenti e anticattoliche. La storiografia ufficiale lo tramanda ai posteri, come l’eroe dei due mondi, come il grande condottiero altruista che lottava per i poveri? Lui alleato in Sicilia con Francesco Crispi, non sapevano più come rubare, visto l’arricchimento di Crispi nell’arco di due mesi e dello stesso Garibaldi sono incalcolabili. Noi per conoscere i dati storici, dovremmo appoggiarci alla bibliografia ufficiale, per avere informazioni della realtà storica, allora basta leggere il libro di Spadolini, Tradizione Garibaldina e storia d’Italia (Le Monnier editore), o il testo di Augusto Marinelli Palermo 1815-1860, o il libro storia e controstoria dell’unità d’Italia, Savoia Benedetti di Emanuele Filiberto di Savoia, per conoscere la povertà del meridione e il progresso raggiunto dai governi con i ladri del risorgimento ad oggi, visto che hanno risolto tutti i problemi che assillavano il mezzogiorno sotto i Borboni. Non è difficile fare il raffronto tra il nord e il sud, dal 1860 ai giorni nostri.
Noi con l’unità d’Italia abbiamo guadagno due appellativi eccezionali, quello di banditi e di mafiosi, ancora oggi al servizio dei nordisti per giustificare le loro nefandezze. Era un prezzo equo? All’onestà dei popoli la sentenza e alla coscienza di quelli che ci hanno governato, visto che il sud dopo 160 anni non è riuscito ad emergere di un passo.
In ogni caso, l’obiettivo dell’eroe era quello di liberare Roma dal Papa e conquistare la città e per questo fu eletto come gran maestro, carica mantenuta per pochi mesi, per fare spazio a problemi meno radicali. (continua)






