von mas 06.08.2025 09:40 Uhr

Cima Falkner, crollati 500.000 mc di roccia

Gli esiti del monitoraggio, dopo il distacco del 1 agosto. Il Dipartimento Protezione civile: “Fondamentale rispettare i divieti”

Foto Ufficio Stampa PAT

Oltre mezzo milione di metri cubi di roccia. Ecco la stima preliminare del volume del secondo crollo avvenuto sul versante occidentale di Cima Falkner, nella serata di venerdì 1 agosto. Un volume impressionante che ha modificato in maniera sostanziale la morfologia di una delle vette simbolo del gruppo di Brenta.

Si tratta di un evento molto più esteso rispetto al primo distacco, avvenuto lo scorso 27 luglio e stimato in circa 36mila metri cubi. Il dato emerge dai primi esiti dei rilievi compiuti nei giorni scorsi  sul campo, realizzati con l’impiego di droni scanner che hanno acquisito un modello in 3D dell’intera cima. Sono dati fondamentali per valutare l’evoluzione della situazione, acquisiti da Servizio Geologico della Provincia autonoma di Trento, Nucleo Droni del Corpo permanente dei Vigili del fuoco di Trento e Soccorso alpino e speleologico Trentino, con il supporto logistico del Nucleo elicotteri.

È stato confermato il divieto di percorrere la ferrata delle Bocchette “Alfredo e Rodolfo Benini” (sentiero 305), così come il sentiero n. 331 (dal bivio del 316 al bivio con il 305), insieme a tutte le vie alpinistiche nelle immediate vicinanze dell’area di distacco. “È probabile che si verifichino nuovi crolli – ha spiegato Zambotto – anche se facilmente meno violenti di quest’ultimo, alla luce delle porzioni ancora instabili di roccia presenti in corrispondenza della nicchia di distacco”. Dopo il primo crollo, era stato calcolato che l’area instabile corrispondesse a 700mila metri cubi, ridotti oggi a circa 200mila metri cubi.

“Si tratta di un’evoluzione che segna cambiamenti importanti nella morfologia del territorio, dei quali bisogna tener conto quando lo si frequenta” ha spiegato il dirigente generale del Dipartimento protezione civile, foreste e fauna, Stefano Fait, affiancato dai dirigenti del Servizio Geologico Mauro Zambotto e del Servizio Antincendi e Protezione civile Ilenia Lazzeri, nel corso di un incontro tecnico svoltosi nel pomeriggio con i Comuni interessati (Tre Ville e Ville d’Anaunia), la SAT e la Federazione dei Vigili del fuoco volontari.

L’accumulo dei detriti ha raggiunto un punto situato a circa 800 metri in linea d’aria dal punto di crollo. La distanza compresa tra la cosiddetta “unghia” dell’accumulo e il sentiero 316 (che collega Passo Grostè ai rifugi Tuckett e Sella) è invece pari a circa 1.100 metri, motivo per cui il sentiero può rimanere aperto.

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