von fpm 05.08.2025 18:00 Uhr

L’Aquila, stemma di Trento e provincia (23)

Sugli studi di Padre Frumenzio Ghetta ripercorriamo la storia dell’Aquila del Principato, stemma di s. Venceslao, simbolo della nostra identità.

Immagini web, elab grafica Flavio Pedrotti Moser

Il diploma originale col quale Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia, concedeva nel 1339 a Nicolò di Bruna (l’attuale Brno), Vescovo di Trento, lo stemma di s. Venceslao fu per un periodo irreperibile. Il ritrovamento del diploma è avvenuto del tutto casualmente e dopo lunghe e assidue ricerche d’archivio. Nella primavera del 1971, consultando i documenti del Principato vescovile di Trento, conservati nell’archivio di Stato di Trento alla ricerca di notizie intorno a Filippo Bonacolsi frate francescano vescovo di Trento dal 1289 al 1303, nell’aprire una delle buste contenenti documenti di quel periodo tanto burrascoso per la storia della nostro territorio, si è avuto la gradita sorpresa di avere fra le mani e di ammirare non senza una certa emozione il diploma originale col quale Giovanni re di Boemia pregato dal vescovo Nicolò di Bruna concedeva a lui, ai suoi successori, alla chiesa di Trento, le insegne di s. Venceslao

Dal Cinquecento in poi le fiamme sul petto dell’aquila si possono scorgere sia nell’emblema della città, sia su quello del principato, alla stessa maniera che si rappresentavano all’epoca clesiana. Così, infatti, è raffigurato lo stemma cittadino nel libro della cittadinanza del 1572. Nella prima facciata di tale libro, in mezzo agli stemmi dei consoli, spicca l’aquila di Trento col corpo seminato di fiammelle rosse. Una certa differenza si può notare fra i due stemmi, anche se è una differenza puramente esteriore. Mentre infatti a partire dal secolo XVI gli emblemi del principato presentano di preferenza l’aquila inquartata con gli stemmi dei Vescovi che via via si succedono sulla cattedra di s. Vigilio, nello stemma del comune di Trento si vedono campeggiare l’aquila sola, come si può osservare sui portali di tutte le costruzioni erette dal comune in quel periodo. Uno stemma del principato non inquartato con lo stemma vescovile è possibile osservarlo su una pagina dei Libri Copiali, come allegato a un decreto vescovile del 1752 che stabiliva in che modo dovevano venir preparati i cippi di confine del principato.

Si tratta di un’aquila a colori vivi, ben disegnata, che reca le rosse fiamme sul petto. Lo stemma più antico di Trento visto dal Tovazzi si trovava delineato sulla campana detta la Renga, fusa da Bartolomeo da Rimini l’anno 1499. La campana, attorno all’aquila di Trento recava la seguente iscrizione: COM [aquila] • TRID • CONSULES ET PROCURATORES CIVITATIS TRIDENTI •

Purtroppo, questa campana che portava impresso uno dei più antichi stemmi del comune di Trento si era rotta circa l’anno 1787, come scrive lo stesso Tovazzi e venne sostituita da una nuova, fusa il 20 giugno 1789 da Leonardo figlio di Pietro Maffei nella sua officina posta nella contrada dietro la Cattedrale, l’attuale via Esterle. (continua)

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