An der Front 2025 – 2°

Continua qui su UT24 il racconto della giornata di sabato a Folgaria, con la cerimonia per il decennale di An der Front, il progetto del Verband Tiroler Schützen in ricordo degli Standschützen che difesero la frontiera tirolese durante la Prima Guerra Mondiale.
Dopo la Santa Messa e la simbolica deposizione delle corone ai piedi della croce di An der Front, al suono di „Ich hatte einen Kameraden“, è stato il momento dei discorsi commemorativi e degli indirizzi di saluto. Introdotto dal Landeskommandant del Welschtiroler Schützenbund, Enzo Cestari, è stato Hartwig Röck, Bundesbildungsoffizier del Bund der Tiroler Schützenkompanien e iniziatore del progetto An der Front, a prendere per primo il microfono.
„La partecipazione numerosa sottolinea l’importanza di questo momento – ha affermato Röck – staccarsi dai compiti abituali, dagli impegni già assunti, e fermarsi un momento per ricordare coloro che si sono impegnati per la Heimat, che per essa hanno dato la vita.
Proprio qui, nella zona del fronte della Prima Guerra Mondiale; qui, a poche centinaia di metri da quello che allora era il confine dell’Impero; qui, dove dal maggio 1915 gli Standschützen tirolesi, insieme ai Landesschützen ed ai Salzburger Rainer, resistettero ai pesanti attacchi del nemico e ai terribili bombardamenti con migliaia di granate; più tardi, nella primavera del 1916, qui giunsero poi i Kaiserjäger, gli Hessen e altri forti reparti.
Qui la terra era insanguinata, sconvolta, distrutta. Su questa terra, sulla quale è passato il tempo ed è ricresciuta l’erba, restano oggi solo poche tracce a ricordare la guerra, la sofferenza, la morte – da entrambe le parti. Ma il nostro pensiero va a coloro che qui hanno dovuto combattere, che qui hanno sofferto, ai tanti che qui, su questo confine, hanno lasciato la loro vita.
Dieci anni fa, con la posa delle croci degli Standschützen sulla linea dell’antico fronte, abbiamo voluto commemorare gli eventi della Prima Guerra Mondiale. Abbiamo voluto lasciato dei segni: non solo di ricordo, ma – con il simbolo della croce – ankhe segni di speranza, di fiducia e di riconciliazione.
Questo grande progetto comune ha fatto bene anche a noi Schützen – ha concluso Hartwig Röck – ci ha riunito, rimettendoci uno vicino all’altro, oggi come allora. Continuiamo su questa strada!“
Paolo Dalprà , Hauptmann della Schützenkompanie Vielgereuth-Folgaria, ha iniziato il suo intervento ringraziando la sua famiglia, la Compagnia, l’amministrazione comunale, le tante realtà degli Altipiani Cimbri e i numerosissimi volontari che, per settimane, si sono impegnati nell’organizzazione di un momento commemorativo „così importante come An der Front: un progetto nato dieci anni fa grazie all’amico Hartwig Röck e che ha visto Folgaria come uno  dei Comuni con il maggior numero di croci poste a ricordo degli Standschützen caduti della Prima Guerra Mondiale.Â
Sono stati mesi di duro lavoro, di sacrificio, di emozioni forti, anche di sconforto e di pianto, ma sempre nella consapevolezza di operare per la nostra Heimat, per il nostro Tirolo. Noi della Schützenkompanie ci siamo rimboccati le maniche, operando con umiltà , ma con tanta determinazione, per realizzare un evento indimenticabile. Con Hartwig – ha affermato Dalprà – abbiamo condiviso tutta l’organizzazione, spinti dal vero spirito tirolese che ci unisce. Se prima eravamo grandi amici, ora siamo diventati fratelli. Fratelli appartenenti ad un’unica Heimat, tanto desiderosa di pace.
Una pace che unisca sempre di più tutti i popoli. Un’unione che è già forte tra gli Schützen, accomunati da una storia vera, una storia unica, non quella che ci hanno insegnato sui banchi di scuola! Una storia che gira attorno al Tirolo storico e che deve poter venir raccontata, per diffondere una giusta cultura tra i giovani, che devono poter crescere orgogliosi della propria Heimat.
Ed è proprio ai giovani che vorrei rivolgermi: giovani spesso alla ricerca di un’identità , di un modo di vivere che abbia un senso tra le mille difficoltà del mondo moderno. Ecco, noi Schützen abbiamo il dovere di condurli per mano, di insegnare loro i veri valori della vita, lo spirito di sacrificio, l’amore per i luoghi tirolesi da cui deriva il senso di identità , di appartenenza alla Terra tirolese. Fieri di ciò che hanno creato i nostri avi e che ci hanno tramandato con orgoglio, di quello che deve essere la linfa della nostra vita, perché non c’è Cultura senza Storia come non c’è albero senza radici. Quelle radici che ancorano i nostri valori, i nostri usi, le nostre tradizioni, la nostra identità . Se ci togliamo il costume, noi siamo persone normali che affrontano il quotidiano lavoro, ma con il Tirolo sempre nel cuore.
Non siamo folclore – ha concluso Dalprà – e oggi siamo qui con coraggio per testimoniarlo, per creare cultura, quella cultura da diffondere nelle scuole, per valorizzare la vita dei nostri figli. Rispettando tutti, ma a testa alta, senza paura di nessuno, ogogliosi di essere Schützen, fedeli all’unità del Tirolo!“
Anche Thomas Saurer, Landeskommandant del Bund der Tiroler Schützenkompanien, nel suo breve ma intenso intervento, ha messo in evidenza il legame che esiste fra le Schützenkompanien tirolesi, legame che la realizzazione del progetto An der Front ha reso se possibile ancora più profondo. Un legame antico, ha affermato, che continuamente si rinnova, nello spirito dell’unità del Tirolo.
„Essere qui oggi, dieci anni dopo An der Front, a ricordare la nostra grandiosa azione comune – ha invece affermato Christoph Schmid, Landeskommandant del Südtiroler Schützenbund – è un potente segnale dell’unità della nostra Terra tirolese„.  Schmid ha poi ringraziato gli organizzatori e tutte le persone hanno collaborato: „una testimonianza, oggi come dieci anni fa, dell’unità di intenti e di obiettivi, per il nostro Tirolo unito, la nostra Storia comune, la nostra Heimat.“
„Non è trascorso poi così tanto tempo – ha continuato Schmid – da quando la guerra infuriava sulle montagne della nostra Heimat. Noi, che siamo nati in tempi diversi, dobbiamo essere grati per questo lungo periodo di pace. Ma per esserlo, dobbiamo conoscere i motivi per cui la nostra Terra divenne un campo di battaglia; Dobbiamo impegnarci affinchè l’ingiustizia, l’oppressione e la guerra vengano definitivamente sconfitte. La giornata di oggi serve anche a questo.
Quello della difesa della Heimat è un filo rosso come il sangue che corre attraverso tutta la nostra Storia. Difendere un confine, come abbiamo fatto durante la prima guerra mondiale lungo il fronte meridionale, non vuol dire essere contro, ma ESSERE PER: per la propria Heimat, per la propria Terra, per la propria cultura, per il proprio modo di vivere; è quello che noi Tirolesi facciamo da secoli. Anche oggi esistono fronti sui quali dobbiamo armarci – con i mezzi del nostro tempo – e difendere la nostra cultura, i nostri diritti acquisiti, il nostro modo di vivere.“
„Appunto per questo considero quello di oggi un momento di ricordo, ma anche di rinnovato impegno: dobbiamo resistere ai venti contrari, dobbiamo lottare uniti per i nostri valori, ognuno al suo posto, spalla a spalla, proprio come fecero allora i nostri Standschützen al fronte – an der Front. Viva il Tirolo – ha concluso Schmid – e viva la nostra Patria austriaca!“






