von fpm 05.08.2025 14:00 Uhr

83 morti in un mese sulle Alpi

Una delle estati di montagna più mortali di tutti i tempi

Foto pixabay, elab grafica fpm

La nostalgia di natura, cime e panorami che attraggono spingendo l’escursionista verso le cime, sono la drammatica cornice dentro la quale molte persone si spengono tragicamente per sempre: in un solo mese, almeno 83 persone sono morte sulle Alpi. Altre cinque risultano disperse. Un’estate che probabilmente passerà alla storia come particolarmente pericolosa. Maurizio Dellantonio, presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale, ha dichiarato a Der Spiegel che il numero di interventi di soccorso è aumentato di circa il 20% rispetto agli anni precedenti. Particolarmente colpiti sono gli escursionisti, che spesso sottovalutano la rapidità con cui un’escursione giornaliera può trasformarsi in un’emergenza e richiedere quindi un intervento di soccorso. Regioni popolari come il Südtirol, la Valle d’Aosta e il Veneto sono particolarmente frequentate. Molti sentieri sono sovraffollati e molti visitatori sono scarsamente preparati. Ad esempio, i servizi di emergenza hanno dovuto recentemente salvare un uomo che stava scalando una vetta di 3.600 metri indossando scarpe da ginnastica e chiamando aiuto nel freddo della notte.

Dellantonio individua anche un problema crescente nei social media: le immagini spettacolari invogliano sempre più persone a intraprendere avventure impegnative. Inseguono la foto perfetta, il selfie perfetto, dimenticando di trovarsi nel mondo reale e mettendosi in serio pericolo. Inoltre, molte persone salvate non sono disposte a coprire i costi, spesso elevati, del salvataggio, afferma l’esperto.

Ciò che le statistiche non mostrano: l’estate è diventata anche una prova di resistenza per i servizi di emergenza. Molte missioni comportano ore di cammino, condizioni meteorologiche difficili e situazioni psicologicamente stressanti, soprattutto quando i soccorsi arrivano troppo tardi.

Allo stesso tempo, la frustrazione cresce quando le vittime soccorse non collaborano o si rifiutano di assumersi le proprie responsabilità. Il soccorso alpino, quindi, invita non solo alla prudenza, ma anche al rispetto per coloro che salvano vite umane in situazioni di emergenza.

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