von fpm 31.07.2025 14:00 Uhr

Bezzecca e Garibaldi: meglio approfondire

Riceviamo da Risveglio Tirolese un interessante ed esaustivo percorso storico che chiarisce alcuni aspetti deformati dalle varie manifestazioni rievocative

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

Come ogni anno, il mese di luglio nel Trentino/Tirolo meridionale è dedicato alle celebrazioni di Cesare Battisti e di Giuseppe Garibaldi, il primo a Trento, il secondo a Bezzecca. Constatiamo, peraltro, che i toni usati dalle istituzioni sono via via crescenti, di anno in anno. A fronte di tutto ciò invitiamo la popolazione, oltre che le stesse istituzioni, a riflettere sul senso di tali celebrazioni. Al di là del se Battisti sia eroe o traditore e se Garibaldi a Bezzecca vinse o perse la battaglia del 1866, ciò che qui rileva è il significato che si vuol dare a tali ricorrenze. Ebbene, il significato ci appare chiaro ed il sottinteso messaggio chiarissimo: il percorso storico di Trento e del Trentino/Tirolo meridionale è quello di una città e di una terra che, per secoli irredente, lungamente aspirarono alla redenzione, cioè ad essere strappate dalla loro appunto secolare appartenenza al Sacro Romano Impero, alla Casa d’Austria ed al Tirolo per essere finalmente inserite nel contesto della Nazione italiana.

Noi tirolesi, sicuramente originari figli di questa terra, non ci sentiamo rappresentati da questa chiave di lettura degli eventi storici, che non corrisponde alla verità dei fatti. I fatti raccontano che il popolo trentino-tirolese mai intese modificare questa sua condizione tanto che, nonostante le numerose sollecitazioni esterne, l’irredentismo rimase estraneo alla quasi totalità della popolazione e Battisti non fu di certo un capopopolo ma, al contrario, fu accolto dal popolo con grande ostilità. Con la stessa ostilità con cui, qualche decennio prima, le popolazioni della Valle di Ledro accolsero quelle migliaia di armati in camicia rossa che, convinti di essere acclamati come liberatori, ben presto si resero conto di essere trattati come invasori e, tolti dall’impasse dal famoso ordine di ritirata, furono ben lieti di dovervi “obbedire”.

La narrazione nazionale fa ovviamente il suo corso, celebrando le gesta degli eroi nazionali ed alimentando i miti che tengono assieme la stessa idea di nazione. Ciò vale per tutte le nazioni, ma anche per il Trentino/Tirolo meridionale, la cui classe dirigente dovrebbe dimostrare maggiore consapevolezza dell’identità del popolo che rappresenta, soprattutto tenendo conto di quell’anima trentino-tirolese che, benché silente ed impaurita da decenni di “messa al bando”, è ancora largamente presente nella popolazione di questa terra. Quell’anima cui, in definitiva, si debbono la specificità e le ragioni della speciale Autonomia della Provincia di Trento; quell’anima, persa la quale, il Trentino/Tirolo meridionale avrà perso anche la partita della propria dignità, finendo miserabilmente quale ottava ed insignificante provincia (a statuto ordinario) del Veneto.

Noi tirolesi dunque, nell’assordante decennale silenzio delle istituzioni autonomiste, ogni anno ricordiamo la vittoria di Calliano del 10 agosto 1487, tappa miliare della storia di questa terra, che vide le truppe imperiali e tirolesi fermare l’avanzata delle truppe della Serenissima: a questo proposito si pensi che la rimozione e lo stravolgimento identitario furono condotti a tal punto che, non solo un così importante evento è sconosciuto alla popolazione ma addirittura una lunga via della città di Trento è intitolata, non certo alla vittoria o ai nostri condottieri, bensì al Sanseverino, cioè al condottiero di parte avversa che perse la battaglia.

Allo stesso modo noi tirolesi, in occasione della ricorrenza della battaglia di Bezzecca del 21 luglio 1866 ricordiamo un fatto d’arme che per la nostra terra e per la nostra popolazione rappresentò semplicemente un ulteriore scampato pericolo.

 

www.risveglio-tirolese.eu  Il Portavoce Paolo Monti e Il Presidente Franco Beber

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