“Amore mio, uccidi subito questo Garibaldi!”

“Ho paura che tu ti sia agitata troppo”, scrive Fedrigo a Leopoldina, “faccio male io a raccontarti queste storie di guerra…” I soldati austriaci a difesa del territorio tirolese dall’occupazione italiana con Garibaldi appostato nelle Giudicarie, sta ormai aspettando l’armistizio. Se ne parla, si vocifera e tutti lo sperano. “Non posso credere che vogliano ancora combattere”, scrive Fedrigo, da Trento, “me lo conferma il fatto che stamattina è sceso in città un messaggero piemontese con gli occhi bendati, a parlamentare. (…) per tenermi informato continuo a leggere la Gazzetta di Milano, ma mi vien da ridere. Fanno finta di aver vinto a Lissa e festeggiano la vittoria con balli!!! Gli italiani devono aver imparato da Benedeck, (Ludwig August von Benedek, durante la guerra austro-prussiana del 1866 prese il comando delle truppe austriache venendo sconfitto nella battaglia di Königgrätz), a considerare vittorie le battaglie perdute”. “A Trento faccio praticamente solo il lavoro di tavolino…” (…) Sono stato a trovare i Cesarini Sforza: noiosi ma buoni. I giovani della famiglia sono con Garibaldi, ecco perché il vecchio Giuliano mi evitava in strada. Ho anche cenato col vescovo, felicissimo di poter restare con l’Austria. (…)
Nel 1866 la Valsugana subì l’invasione italiana. Il Conte Fedrigo Bossi Fedrigotti scende con i suoi commilitoni a Trento con la maggior parte dei cittadini entusiasti nel vedere che gli austriaci volevano difendere la città dalla possibile occupazione da parte delle truppe comandate dal generale Medici che provenienti da Padova avevano occupato Borgo Valsugana, Levico, Caldonazzo e Pergine fermandosi a Civezzano e in Valsorda. Dopo l’occupazione di Pergine da parte delle truppe del Generale Medici, a Civezzano gli austriaci improvvisano una difesa con la costruzione di trincee e postazioni di artiglieria. Stessa cosa in Valsorda dove gli italiani sono costretti a scontrarsi con le truppe austriache. In occasione di questa fase finale, che vede gli italiani arrivare alle porte di Trento, il generale Medici ordina di posizionare due pezzi di artiglieria sulla collina di Tenna.
Fedrigo intanto scrive a Leopoldina mettendola al corrente di cosa stava accadendo: …” In città comunque regna la pace. Anche senza le Venezie potremo vivere bene: c’è sempre Trieste per le comunicazioni di mare. Il Tirolo, ormai si sa, ci resta conservato. Ma la regione dovrà cambiare un po’ faccia, con gente nuova, per equilibrare l’elemento italiano forte nella parte meridionale”.
“Perduto il Veneto, diventiamo noi tirolesi, gente di frontiera. (…) Sogno di poter andare a Wien con te appena Kuhn ni lascerà libero. (…) è difficile scrivere sulla carta le cose che ho visto. A voce, abbracciato a te, forse riuscirei a dirti, senza fretta, una parola staccata dopo l’altra, i massacri della guerra”.






