Briciole di Memoria: Camillo e Maria

Il Foglio Annunzi Legali inizia le sue pubblicazioni il 10 maggio 1919 quale supplemento al Bollettino Ufficiale del Governatorato di Trento, che dal settembre dello stesso anno diventa il Commissariato Generale per la Venezia Tridentina.
Oltre a editti e pubblicazioni ufficiali, sul FAL appaiono anche le informative sull’avviamento e sulla conclusione delle procedure di dichiarazione di morte: si tratta per la quasi totalità dei casi, di soldati dispersi sui vari scenari della guerra: dalla Galizia ai Balcani, dalla Romania al nostro fronte, quello tirolese. Le notizie pubblicate sono spesso scarne, talvolta invece – incrociandole con quelle contenute nei registri parrocchiali, in quelli dei curati da campo, nelle liste delle perdite oppure nell’Ehrenbuch – permettono di ricostruire quasi completamente “piccole storie” di morte e disperazione, minuscoli tasselli personali e familiari della grande tragedia collettiva che si abbattè sulla nostra Terra e su tutta l’Europa.
Ne raccontiamo qualcuna, con l’intento di contribuire, nel nostro piccolo, ad accendere qualche “lume di candela” sul nostro passato e sulla nostra storia. Oggi narriamo quella di Camillo Giacomozzi di Segonzano e della sua famiglia.
Camillo Giacomozzi, chiamato comunemente Milo Pinter, nasce a Segonzano il 30 giugno 1877, primo dei cinque figli di Giovanni e di Maria Eccli. Il 5 febbraio 1902, – a ventiquattro anni e „senza permesso politico perchè possidente“ – sposa la giovanissima Angiola Maria Giacomozzi: la ragazza, nata nell’ottobre del 1884, non ha ancora compiuto 18 anni.
Il loro primo figlio, Cesare Ignazio, nasce un anno dopo, il 23 marzo 1903, ma muore nel settembre del 1904; arrivano poi Raffaele Arcangelo Giuseppe nel 1905, Vincenzo Antonio Giuseppe nel 1907, Erino Camillo nel 1909, Luigi Giuseppe nel 1911 e Maria Fortunata, l’unica bimba, che nasce il 23 marzo 1914.
Pochi mesi ancora, e scoppia la guerra. Non sappiamo se Camillo venga richiamato con la mobilitazione generale del 1914 o se, vista la numerosa famiglia, indossi la montura in un secondo momento. Di certo, dopo che a conflitto già in corso l’Italia ha ben pensato di cambiare alleati e di dichiararci la guerra, trasformando i nostri paesi e le nostre montagne in un campo di battaglia, Camillo è al fronte. Non in Galizia o in Serbia, ma sul fronte italiano, a difendere Vaterland e Heimat.
E non si sa bene dove, ma da qualche parte sul fronte italiano, la vita di Camillo viene spenta da un colpo di fucile o di mitraglia nemica. E‘ il settembre del 1915. Al parroco di Segonzano deve essere giunta qualche comunicazione un pochino più precisa. Infatti, nel registro dei defunti, il reverendo annota: „Giacomozzi Camillo, sposo di Maria, uomo integerrimo, sposo affettuoso, padre modello, soldato prode e fedele, cadeva sul fronte italiano rassegnato a Dio la notte del 21 settembre 1915 – Causa della morte: restato morto in campo„.
„Restato morto in campo“… chissà se la sua salma è stata poi raccolta, dai suoi commilitoni o dal nemico, chissà se Camillo ha avuto una qualche sepoltura, magari un po‘ da cristiani…
E poi, a casa...
Ma la lista di lutti della famiglia Giacomozzi non si esaurisce con la morte di Camillo. Il 14 dicembre 1915, la piccola Maria Fortunata muore, come tanti altri bimbi di quell’epoca disgraziata, per un’enterite. A febbraio del 1918, a neanche sette anni, la segue pure Luigi Giuseppe, il penultimo nato. E il 5 giugno 1919, a soli 34 anni, muore Maria „vedova fu Camillo, colpita da apoplessia, dopo otto giorni di affannosa agonia“. Le sue esequie vengono celebrate in Gresta, annota il parroco nel solito registro dei defunti.
La casa di Camillo e Maria si svuota, i bambini probabilmente sono affidati ai parenti. Infatti, ad avviare la pratica di dichiarazione di morte di Camillo non sarà la sua vedova, o suoi genitori, scomparsi pure loro, e nemmeno i figli rimasti, ancora troppo piccoli; ad assumersi l’incombenza sarà uno dei dodici fratelli di Maria.
Dal Foglio Annunzi Legali
Nell’edizione del Foglio Annunzi Legali pubblicata il 16 aprile 1921, appare l’annuncio dell’avviamento della procedura allo scopo della “dichiarazione di morte di Camillo Giacomozzi fu Giovanni di Gresta di Segonzano... richiamato sotto le armi durante la guerra, del quale mancano notizie fino dal settembre del 1915
(…)
viene avviata dietro istanza di suo cognato Ignazio Giacomozzi di Gresta di Segonzano, la procedura allo scopo della dichiarazione di morte della suddetta persona mancante.„
Qualche altra notizia...
… nella speranza che qualcuno dei nostri lettori si riconosca in questa storia, come è già capitato.
Dei figli superstiti di Camillo e Maria, Raffaele muore nel 1933 a 28 anni, ma non sappiamo come e dove. Vincenzo Antonio Giuseppe si sposa nel 1930 in Gresta con Enrica Agnese Mattevi; anche Erino Camillo si sposa, ma solo nel 1948; sua moglie è Giuseppina Giuditta Walcher.






