von mas 17.07.2025 09:15 Uhr

Ex-Carbochimica, stop all’inquinamento

Un’ordinanza del Comune di Trento obbliga i proprietari a bloccare le morchie catramose entro 30 giorni

Symbolbild Claudia/Pixabay

I proprietari dell’area ex Carbochimica – le società Tim, Imt, Mit, Idea – devono provvedere entro 30 giorni “all’occlusione delle tubazioni in corrispondenza dell’immissione nella fossa primaria di Campotrentino” per interrompere la fuoriuscita di morchie catramose. In secondo luogo devono trasmettere entro 60 giorni una relazione in cui vanno precisate le “ulteriori attività finalizzate al contenimento dell’inquinante” in modo da impedire che la contaminazione si estenda all’esterno del sito inquinato di interesse nazionale di Trento nord.

È questo il contenuto dell’ordinanza firmata oggi da Paola Ricchi, dirigente del servizio Sostenibilità e transizione ecologica del Comune di Trento, relativamente alla situazione della “contaminazione da catrame della fossa primaria di Campotrentino”. I termini dei 30 e dei 60 giorni contenuti nell’ordinanza scattano a partire dalla notifica del provvedimento alle società proprietarie dell’area.
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Estesa poco più di quattro ettari, l’area ex Carbochimica è caratterizzata da un inquinamento dovuto prevalentemente a idrocarburi policiclici aromatici e solventi aromatici. La contaminazione è presente soprattutto nelle aree dove erano presenti i serbatoi, le aree di lavorazione e di deposito di due industrie di distillazione di catrame che si sono succedute nel corso di un’attività proseguita per ben 64 anni: tra il 1920 e il 1972 la società titolare era Prada Chimica, successivamente e fino al 1984 Carbochimica italiana.

Come previsto dalla normativa in materia, il Comune di Trento ha condotto un’accurata indagine, anche consultando gli archivi delle Camere di commercio di Trento, Milano e Parma, per verificare se sia possibile rivalersi sulle società responsabili della contaminazione. Essendo entrambe estinte, il Comune ha fatto riferimento agli indirizzi emanati a suo tempo dal Ministero italiano dell’Ambiente, secondo cui il proprietario delle aree, anche se non responsabile dell’inquinamento storico, è comunque tenuto a mettere in atto le necessarie misure di prevenzione in modo da impedire la diffusione della contaminazione.

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