von fpm 15.07.2025 10:00 Uhr

Patti Gebardini, prima testimonianza di autonomia per il Trentino.

Il Principe Vescovo di Trento, Gebardo, nei giorni 13 e 14 luglio 1111, a Bozen, sottoscrive con la Comunità di Fiemme i Patti che ne prendono il nome: Patti Gebardini.

Elab grafica Flavio Pedrotti Moser

Questi documenti di 912 anni fa rivelano, per la prima volta, l’esistenza della Comunitas Flemi costituita da “tutti li romeni che abita in la valle et pieve e Fieme, da la Chiusa de Trodena per infina al Ponte de la Costa”, una comunità che presumibilmente ancora prima del 1111 aveva una sorta di autonomia che fu solo ufficializzata quando delegò i suoi rappresentati quali interlocutori con il Principato. Il Vescovo di Trento Gebardo sottoscrive due patti specifici. Uno in materia di tassazioni e di amministrazione della giustizia e l’altro riguardante un’investitura feudale a quattro rappresentanti dei “ vicini “ che abitano nella Pieve di Fiemme. Questi importanti documenti rappresentano un segno sorprendentemente democratico per l’epoca e con implicazioni e riferimenti al presente non indifferenti. Gli abitanti della Valle si impegnarono a versare i tributi al Principe Vescovo di Trento, e videro riconosciuto il diritto di affiancare giurati locali nei processi tenuti dal Gastaldione, costituendo di fatto una giurisdizione locale, soggetta comunque alla camera aulica. Il testo è conservato in una trascrizione del 1322 nell’archivio della Magnifica Comunità di Fiemme.

Ricordare quindi quell‘ evento, significa riconsegnare radici solide al concetto stesso di autonomia, che non è e non può essere solamente il lascito di un passato rilevante, ma deve farsi anzi incessante impulso al cambiamento innovativo ed all’ incremento collettivo basato sul senso autentico di „Comunità “ e schivare così le marginalizzazioni opprimenti delle piccole realtà circondate delle infiltrazioni se pur costruttive del globalismo che nella sua circolarità vorticosa le attrae talvolta fagocitandole sino ad annullarne la parità.

Oggi, indubbiamente, l’autonomia è un concetto e una modalità operativa differente da quella promossa dai patti di 912 anni fa ma suggerisce di salvaguardarla, di difenderla, di conquistarla quotidianamente e di non darla per scontato. È la sua dinamicità ad essere tutelata, la sua impronta identificativa di una comunità che da mille anni ormai vanta una precisa personalità e un carattere fiero di appartenere ad un territorio.

La comunità che appartiene a questo territorio, südtirolesi, tirolesi della provincia di Trento, ladini, mocheni e cimbri non deve aver il timore di difendere con orgoglio la propria identità e autonomia storica da sempre difesa con tenacia.

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