von fpm 15.07.2025 18:00 Uhr

L’Aquila, stemma di Trento e provincia (20)

Sugli studi di Padre Frumenzio Ghetta ripercorriamo la storia dell’Aquila del Principato, stemma di s. Venceslao, simbolo della nostra identità.

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

Il diploma originale col quale Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia, concedeva nel 1339 a Nicolò di Bruna (l’attuale Brno), Vescovo di Trento, lo stemma di s. Venceslao fu per un periodo irreperibile. Il ritrovamento del diploma è avvenuto del tutto casualmente e dopo lunghe e assidue ricerche d’archivio. Nella primavera del 1971, consultando i documenti del Principato vescovile di Trento, conservati nell’archivio di Stato di Trento alla ricerca di notizie intorno a Filippo Bonacolsi frate francescano vescovo di Trento dal 1289 al 1303, nell’aprire una delle buste contenenti documenti di quel periodo tanto burrascoso per la storia della nostro territorio, si è avuto la gradita sorpresa di avere fra le mani e di ammirare non senza una certa emozione il diploma originale col quale Giovanni re di Boemia pregato dal vescovo Nicolò di Bruna concedeva a lui, ai suoi successori, alla chiesa di Trento, le insegne di s. Venceslao

Fu durante il governo del Vescovo Giorgio di Liechtenstein che il popolo di Trento insorse sotto la guida di Rodolfo Belenzani e ottenne, in data 27 febbraio 1407, la carta degli editti e delle provvisioni 30. Questo documento si può chiamare con pieno diritto la magna carta libertatum della città di Trento. Con quella convenzione Trento acquistava la sua autonomia e fra le altre prerogative aveva anche quella di porre il proprio si Il più antico sigillo della città di Trento finora conosciuto era appeso ad una pergamena dell’archivio consolare32 del 17 luglio 1407, contenente un documento col quale i cittadini mettono all’asta per 500 ducati la stadera, cioè la pesa pubblica, per far fronte alle spese dell’amministrazione comunale. La pergamena si trova assieme ad altri documenti contemporanei nel suo esatto luogo di catalogazione, ma il cordoncino rosso che pende dal documento non ha più appeso l’antico sigillo e appare reciso. Per celare la sparizione del sigillo, nella pergamena è stato collocato un altro sigillo che raffigura un’aquila ad ali spiegate che, invece di un’aquila trentina si tratta di un’aquila tirolese.

Nonostante le più diligenti ricerche non fu possibile trovare nella biblioteca comunale un sigillo antico del comune di Trento. Non restava quindi che rivolgere altrove le ricerche e fortunatamente non furono vane. Due sono i sigilli antichi del comune di Trento ritrovati, cioè il sigillo maggiore appeso ad una pergamena in data 20 aprile 1407, di alcuni mesi più antico di quello finora conosciuto, e il sigillo segreto del 1422.

Il sigillo segreto del comune di Trento è appeso ad una pergamena che porta la data 27 giugno 1422, contenente un decreto che parla del lanificio e del commercio dei panni di lana. Si tratta di un sigillo rotondo, in ceralacca rossa, che misura millimetri 36, ben conservato, sia nell’iscrizione che nella figura dell’aquila, delineata in tutti i particolari con segni di fiammelle alle ali e al collo. (continua)

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