Lo schiaffo “tolomeico” (87)

La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…
Knapp deriva dal medio alto tedesco „knappe“ o „kneppe“, che significava: scudiero, servo, o giovane apprendista cavaliere (in tedesco moderno: Knappe). Era spesso usato per indicare un giovane di rango inferiore al cavaliere, ma con formazione militare o in servizio presso un nobile. Quindi, il cognome Knapp in area germanica potrebbe avere avuto un’origine professionale o sociale, riferendosi a qualcuno che ricopriva questo ruolo o status. Ma Knappvuol dire anche minatore ed ecco che il Tolomei, forse contaminato dall’euforia di aver perlustrato la Bersntol, la Val dei Mocheni in provincia di Trento, dà a Knapp il cognome italiano di Minatori o Canopi. “Canopi”, infatti, erano chiamati i minatori della Bersntol nel dialetto del perginese. Kneisl ha origini germaniche, ed è piuttosto raro. È tipico dell’area bavarese, austriaca e in generale del sud della Germania, ma si trova anche in alcune località del Südtirol. In tedesco antico significava: servo, garzone, lavoratore agricolo o scudiero. Il suffisso -l è tipico dei dialetti bavaresi e austriaci, usato per formare diminutivi: Knecht → Knechtl / Kneisl, ovvero “piccolo servo” o “giovane garzone”. Tolomei lo ha interpetrato a modo suo – come sempre – rifilando uno Schiatta o anche Razza.
In tedesco „Knoll“ (o „Knolle“) significa: tubero, bulbo, o anche protuberanza o nodo. Può riferirsi anche a una forma rotonda, come una collinetta o prominenza del terreno, anche zolla. Potrebbe essere un cognome toponimico, assegnato a chi viveva vicino a una piccola altura o collina tondeggiante.
Oppure potrebbe essere un soprannome fisico, dato a una persona con una testa o una figura tondeggiante, secondo l’uso medievale dei soprannomi. Tolomei, infatti, lo italianizza in Dallaschiatta o Dallazolla… ovviamente inesistenti in Italia… (continua)






