Un libro al mese: „Le mani sul Tirolo!“ – 2

Tornando a noi, andiamo pure a vedere chi sono, o meglio chi erano quei tirolesi che un tempo erano visti come i cattivi austriaci, quelli che a detta di qualcuno, hanno terrorizzato per molto tempo l’Italia, quelli che hanno combattuto contro i milanesi durante le “5 giornate di Milano” fra il 18 e il 22 marzo 1848 agli ordini dell’ottantaduenne generale Josef Radetzky, e che dopo due mesi rientravano in città, sempre agli ordini di Radetzky, applauditi dal popolo milanese che scaricava sui ricchi la responsabilità della rivolta.
(…) Questi sobillatori di popolo forse scordano che la presenza austriaca in Italia, tutto questo male sembra non l’abbia mai portato! Se andiamo così a caso, ad esempio a vedere un po’ di storia del Lombardo Veneto, troviamo che fra il negativo che senz’altro ci sarà stato, in quanto la perfezione sembra non sia cosa di questo mondo, troviamo anche delle cose decisamente positive. Si può ad esempio citare il Borgo Teresiano a Trieste, la costruzione a Milano del Teatro alla Scala, della Pinacoteca, dell’Accademia di Brera, la scuola e istruzione obbligatoria per tutti, e parecchio altro. Tutte iniziative nate ancora durante il regno di Maria Teresa d’Austria, che oggi sono conosciute a livello mondiale come centri di cultura. E la cultura non nasce dalla violenza! Per non parlare del Catasto Teresiano in tutto il Lombardo Veneto. E quanto questo sia stato positivo e gradito, lo testimonia il fatto che in occasione del 300° anniversario della nascita di Maria Teresa (1717-1780) decine di mostre, convegni, manifestazioni varie, hanno celebrato la ricorrenza di questa nascita, in Austria come in altri stati, compresa l’Italia, dove leggendo infatti cronache che testimoniano questi ricordi, possiamo trovare: «Anche la Lombardia non poteva sottrarsi a questo appuntamento, che ci riporta a una delle stagioni più felici della sua storia.“
(…) Questo porta a capire che fortunatamente non tutti gli italiani sono portati a giudicare e infamare ingiustamente il nostro popolo, Tirolese ed Au-
striaco. Ci sono personaggi, italiani famosi, che parlano con ammirevole franchezza nei nostri confronti, dicendo effettivamente le cose come stanno. Uno di questi uomini si chiamava Pasquale Villari, che nel 1896 venne eletto presidente della Dante Alighieri, fondata nel 1889 come associazione a difesa dell’italianità (…) Siamo riusciti a mettere le mani su un suo lavoro, il libro “Le lettere meridionali ed altri scritti sulla questione sociale in Italia” (…) in particolare di tre pagine in esso contenute, che per noi popolo Tirolese, sono di davvero notevole interesse. Il Villari infatti, narra con un’esposizione ricca di dovizie, un viaggio che si è trovato a fare nel Tirolo, accompagnato da una guida del posto. Da acuto osservatore rileva particolari del vivere quotidiano di questa gente tirolese, che destano in lui una notevole, inaspettata sorpresa! Una testimonianza a favore di noi Tirolesi e del Tirolo tutto, letteralmente impagabile. Va a smentire in maniera radicale le spudorate motivazioni del Regno d’Italia, che motivava l’entrata in guerra come un atto di generosità per liberare le popolazioni oppresse dall’Austria! Crediamo che queste parole pronunciate in tutta libertà, senza costrizione alcuna dal Villari, siano per noi Tirolesi un gran bel regalo!
(…) Vediamo che pressappoco negli stessi tempi in cui un certo Garibaldi, successivamente definito eroe dei due mondi, cercava di dar vita a quell’Unità d’Italia per cui era stato assoldato, i nostri cari austro-Tirolesi avanzavano invece nel perfezionamento di quel vivere sociale così provvidenziale che pure al giorno d’oggi riveste un’importanza primaria. Stiamo parlando dei pompieri, vigili del fuoco, sottolineo volontari, che già nel 1864, come già detto sorgevano nelle nostre comunità (…) L’organizzazione e l’inquadramento dei corpi Vigili del Fuoco attuata nel Tirolo con una legge (emanata dal Kaiser Francesco Giuseppe nel 1881), troverà un analogo provvedimento da parte dello stato italiano solo nel 1935, a 54 anni di distanza. In quell’anno in regione esistevano 147 corpi volontari con un totale di 3.926 uomini, mentre in Italia i pompieri erano di poco inferiori alle 8000 unità. Quindi per fare un confronto rapido, mentre nel Tirolo subalpino c’era un pompiere ogni 178 abitanti, in tutto il territorio nazionale italiano, ce n’era uno ogni 5.367 abitanti…!
(…) Ci sembrerebbe una descrizione incompleta su chi siamo noi Tirolesi, se non si prendesse in considerazione anche quanto fatto dai nostri “Bersaglieri Tirolesi del Trentino” (…) Quanto si sono battuti i Tirolesi Trentini e non, contro l’aggressione dell’esercito del Regno d’Italia quel triste 24 maggio, questo sì, questo lo possiamo affermare! Anche per smentire quella falsa storia raccontata poi dai “redentori” che narra che i Tirolesi di lingua italiana sono stati mandati volutamente il Russia a combattere contro lo Zar, in quanto se lasciati qui sul fronte Tirolese avrebbero presa la fuga verso il Bel Paese! Questi farfugliatori di storia non sanno forse che la guerra Austro – Russa ebbe inizio il primo agosto 1914, mentre l’aggressione italiana fu messa in atto il 24 maggio 1915! Per cui sembra più che ovvio che gli eserciti si posizionino dove c’è lo scontro! Per questo anche i nostri Tirolesi (Trentini) si trovarono a battersi contro lo Zar. E quanto fecero, lo sappiamo anche per narrazione diretta del mio nonno materno, che affrontò lì, ben tre anni circa della sua vita di combattente Tirolese e al ritorno a casa, tanto gli risultava gradita la “redenzione”, che confessò a sua moglie, mia nonna, che sarebbe stato disposto a fare altri tre anni di volontario per allontanare “gli intrusi” e spingerli fin sotto Ala! Lui semplice operaio (ma che sapeva leggere e scrivere perfettamente) di una grossa segheria di Mezzolombardo, aveva capito da subito in cosa consisteva la redenzione!
Irredentismo e nazionalismo
Nella componente iniziale l’irredentismo trentino operò una costante e moderata ricerca dell’autonomia che non aveva intenzione di mettere in discussione l’appartenenza dell’area trentina alla monarchia asburgica. Come diceva anche Don Lorenzo Guetti, ancora nel giugno 1885: «Come austriaci vogliamo serbato intatto il vincolo dell’Impero, esclusa qualunque volontà di redenzione, come dicono adesso, come trentini poi, vogliamo difesi i nostri diritti nazionali di italiani, sia nella scuola, sia nella lingua, sia nelle pubbliche cariche del paese.“
(…) Gli irredentisti erano, come dimostrato, una stretta minoranza, all’incirca un 10% della popolazione tirolese di lingua italiana, ed erano tutti cittadini e borghesi, benestanti se non facoltosi. … Viene da chiedersi con che senso di democratico intendere, di giustizia sociale e con quale coraggio andavano a mettersi contro il 90% della popolazione che voleva rimanere fedele all’Impero! … Resta comunque il fatto piuttosto incomprensibile. Questi signori volevano portare questo 90% di loro conterranei, da uno stato socialmente avanzato qual’era l’Austria, a un’Italia socialmente molto più arretrata. Arroganza? Presunzione? Perché? Con quale scopo? Chi ci avrebbe guadagnato? Sono domande queste più che logiche che balzano alla mente!
(…) Ecco, nonostante questo, l’impegno irredentista stava invece mutando decisamente, non più il difendere la propria identità dal cosi detto pangermanesimo, ma un subdolo lavoro per portare il Tirolo, e non solo quello di lingua italiana sotto bandiera sabauda! Lavoro organizzato e finanziato con la complicità della Dante Alighieri, solerte braccio operativo della Massoneria, che con vari canali faceva arrivare qui un flusso continuo di danaro a copertura di ciò.
(…) “ … È un fatto che molti trentini sono in buona fede persuasi che si debba chiedere a gran voce l’autonomia regionale e l’università italiana, ma nella speranza, se non addirittura con la espressa premessa, di non ottenere né l’una né l’altra. Essi ritengono che l’università sarebbe relativamente poco frequentata, e che anche l’autonomia moltiplicherebbe da un lato gli oneri finanziari e farebbe per di più esplodere l’antico contrasto fra Trento e Rovereto … “
Giuseppe Matuella, come dichiara lui è „semplicemente un tirolese, uno dei tanti, orgoglioso di sentirsi tale. Fiero di quanto tramandato dalla sua Famiglia, che ringrazia e ricorda con tanto amore“. Al di là della sua innegabile modestia, Matuella è un ricercatore instancabile e rigoroso, e lo dimostra anche in questo suo ultimo libro: una vera „enciclopedia“ della nostra Storia più recente, un racconto basato su documenti autentici ma spesso poco conosciuti, accuratamente selezionati e riportati con precisione, quindi assolutamente inattaccabile.
E‘ un libro impossibile da riassumere in poche „puntate“ nella nostra rubrica del sabato qui su UT24. Gli stralci che pubblicheremo durante il mese di luglio per „Un libro al mese“ hanno infatti soltanto lo scopo di invogliare chi ancora non lo avesse fatto, a procurarsi il libro, a leggerlo, a rileggerlo e poi a leggerlo ancora.
„Hände auf Tirol / Le mani sul Tirolo“ è disponibile presso la Libreria Athena a Pergine Valsugana (Tel e whatsapp: 0461.510553 – mail: athenapergine@gmail.com)






