von mas 11.07.2025 10:30 Uhr

Il Vescovo a Spiazzo: „Curare l’essenziale“

A Spiazzo Rendena festa per il patrono San Vigilio. Don Lauro: “No al funzionalismo nella Chiesa: dobbiamo curare l’essenziale”

Foto Diocesi Trento

Le comunità di Spiazzo Rendena e dei paesi vicini hanno celebrato domenica scorsa6 luglio, il patrono della Diocesi San Vigilio, al quale è dedicata la chiesa parrocchiale di Spiazzo, scelta anche come una delle quattro chiese giubilari nell’Anno Santo della speranza.  L’arcivescovo Lauro Tisi ha presieduto la solenne celebrazione, aperta dalla processione per le vie del paese con la statua del patrono. Molti i fedeli presenti, con una nutrita rappresentanza istituzionale, in particolare dei sindaci della valle.

L’antica pieve di San Vigilio a Spiazzo  è situata nel luogo dove, secondo la tradizione, San Vigilio, allora vescovo di Trento, avrebbe subito il martirio per mano della popolazione, ancora pagana. L’attuale edificio, costruito negli anni centrali del 1500, insiste su resti precedenti dei quali alcuni risalgono al VI secolo. Al suo interno si possono ammirare alcuni cicli di affreschi che narrano la vita di Vigilio, terzo vescovo di Trento e patrono della Diocesi; pregevoli anche i cicli di affreschi cinquecenteschi realizzati da Simone Baschenis.

Da questo luogo strettamente legato alla Cattedrale per il forte riferimento a Vigilio, parte il cammino di San Vili: un percorso che si snoda su piccole strade e sentieri minori e attraversa Giudicarie, Banale, Valle dei Laghi per giungere alla città di Trento, meta finale. Un itinerario che può essere percorso come pellegrinaggio nell’anno giubilare.

 

 

Nell’omelia don Lauro ha esordito evidenziando, alla luce della Sacra Scrittura, come “in quest’ora segnata da nazionalismi e particolarismi, da muri e confini, il nostro Dio si rivela come Dio di tutti i popoli, Dio di tutti e per tutti“.  “Il grande rischio per la Chiesa – ma anche, più in generale, per il mondo delle istituzioni – è quello – ha ammonito l’Arcivescovo – del funzionalismo. Si mettono in atto procedure, ritualità, codici di comportamento dove la vita non è presente, e l’attenzione è tutta protesa all’esecuzione puntuale delle norme”.  Le indicazioni di Gesù ai discepoli sono però il vero “controcanto a questa deriva funzionalistica” a cominciare dall’”invito a muoversi senza borsa, né bisaccia, né due tuniche. Tradotto per noi: cura l’essenziale. Non lasciare che a dettare il passo della vita siano dettagli marginali”.

Gesù invita poi a “varcare la soglia di casa offrendo la pace“. Per monsignor Tisi significa “osare l’incontro, immaginare l’altro come alleato e amico, anziché come minaccia o ostacolo”.

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