von fpm 10.07.2025 10:00 Uhr

Andiamo a divertirci

Teatro Capovolto: Amaro Freitas Y’Y Piano Solo

Foto locandina

Ciò che guida Amaro Freitas nella vita è l’esperienza. Nel 2020, il pianista originario della città costiera di Recife, nel nord-est del Brasile, è stato attratto da Manaus, situata nella regione amazzonica, a circa 4600 chilometri a ovest. L’esperienza vissuta in quella natura rigogliosa lo ha portato in un nuovo regno di creazione musicale, radicato nella magia e nella possibilità, ma anche temperato da un senso di responsabilità verso le ricchezze della Terra e da un legame con la comunità indigena dei Sateré Mawé. Un aspetto cruciale dell’esperienza per Freitas è stato il mantenimento di un autentico scambio di conoscenze. Secondo Freitas, nell’album che ne è nato, Y’Y (pronunciato: „ie-ie“), rende “omaggio alla foresta, in particolare alla Foresta Amazzonica, e ai fiumi del Nord del Brasile: un richiamo a vivere, sentire, rispettare e prendersi cura della natura, riconoscendola come nostra antenata”.

Continua: “È anche un avvertimento sull’importanza di essere consapevoli dell’impatto che causiamo, basandoci su concetti di civiltà e modernità che ci allontanano da questa connessione, e sulla sua importanza per l’equilibrio della vita sul pianeta.” Oltre a essere un richiamo alla natura, Y’Y esprime le lezioni che Freitas ha appreso in Amazzonia sul potere incandescente degli spiriti incantati che intervengono in aiuto della comunità nei momenti di difficoltà. Sebbene costruire un album attorno a un’esperienza così lontana dalla sua Recife possa sembrare fuori dal suo stile, in realtà quest’opera è profondamente connessa alla sua discografia precedente. “Cercare di recuperare ciò che esisteva prima della colonialità”, osserva, è un tema che da anni attraversa il lavoro di Freitas. Basta guardare i titoli dei suoi ultimi tre progetti: Rasif (una forma colloquiale del nome Recife), Sankofa (termine ghanese che si traduce approssimativamente come “usare le lezioni del passato mentre si va avanti”) e ora Y’Y (parola del dialetto Sateré Mawé, un codice ancestrale indigeno che significa “acqua” o “fiume”), per cogliere tematiche non espresse in portoghese o inglese, ma che fanno parte della costruzione di un concetto sociale molto più connesso. Non sorprende quindi che abbia deciso di intrecciare la conoscenza ancestrale in questo progetto in modo così significativo.

Il riferimento all’incantamento e agli esseri incantati “è stato qualcosa di molto importante in questo processo”, e anziché attribuire un significato unico e specifico all’intero lavoro, Freitas desidera che gli ascoltatori “si sentano toccati dagli spiriti, gli spiriti incantati della foresta”.

Questo album è un dialogo artistico tra queste tradizioni, radicato nei suoni e nei rituali unici delle culture afro-brasiliane e indigene. Trento, Teatro capovolto, piazza cesare Battisti, domani, 11 luglio alle 21.15.

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