Briciole di Memoria: L’ultimo riposo di Agostino

Quando nella rubrica Briciole di Memoria qui su UT24, raccontiamo le storie dei nostri nonni e bisnonni che abbiamo cercato di ricostruire frugando nei documenti rimasti negli archivi, lo facciamo con l’intento di contribuire, nel nostro piccolo, ad accendere qualche “lume di candela” sul nostro passato e sulla nostra storia. La speranza più grande è quella di riuscire in qualche modo a raggiungere i discendenti dei nostri soldati caduti, o qualche altra persona coinvolta nelle loro storie, per scoprire, raccontandoseli a vicenda, altri dettagli, altre notizie, altri momenti di quelle vite, troppo spesso dimenticate.
Di recente siamo stati fortunati e questo „piccolo miracolo“ ci è riuscito per ben due volte. La settimana scorsa abbiamo narrato un altro pezzetto della storia di Santo Simonetti raccontatoci dalla nipote Lucilla; oggi aggiungiamo un tassello a quella di Agostino Sannicolò – qui il link all’articolo „AGOSTINO, CHE NON TROVA REQUIE“ – , grazie a Marcello Marconi, che ci ha contattato per conto dell‘Associazione Verona Città Fortezza.
Abbiamo lasciato Agostino Sannicolò da Terragnolo fra i nostri soldati presi prigionieri dall’esercito italiano dopo l’armistizio. Secondo gli elenchi italiani – per una volta tanto la registrazione è abbastanza corretta – il „soldato del 2. reggimento Kaiserschützen Agostino Sannicolò“ muore all’ospedale da campo numero 244 di Chievo: è il 29 novembre 1918. Ma anche dopo morto, il povero Agostino non trova requie: sepolto prima al cimitero civile di Chievo, nel 1930 – in pieno delirio nazionalfunerario – viene esumato e ri-sepolto al cimitero militare austriaco a San Zeno di Verona.
Qualche giorno dopo la pubblicazione dell’articolo su UT24, ci ha contattato il Signor Marcello Marconi, per conto dell’Associazione Verona Città Fortezza, che si occupa del recupero e conservazione delle opere militari della città scaligera, con speciale attenzione all’eredità austriaca e che si dedica in particolare allo studio ed al mantenimento del forte di San Procolo e del vicino cimitero austro-ungarico.
„Abbiamo letto sul vostro sito “la storia di Agostino Sanicolò da Terragnolo” – ci scrive il Signor Marconi – e vorremmo sottoporVi alcune precisazioni ed integrazioni. Il cimitero dove è sepolto (?) il povero Agostino si chiama San Procolo e non San Zeno. Abbiamo inoltre trovato il suo nome nel registro dei defunti e la sua lapide (A 13/16). Ma abbiamo molti dubbi che i suoi resti mortali siano effettivamente li sepolti.
Alla fine della Prima Guerra Mondiale numerosi prigionieri austro-ungarici vennero trattenuti nel vicinissimo Forte di San Procolo, trasformato in carcere militare. E nell’attiguo cimitero risultano sepolti, fino a tutto il 1919, 2.142 caduti austro-ungarici.
Ma questi poveri morti non trovarono pace; risulta infatti che in piena 2° Guerra Mondiale, nel 1944, ad opera di qualche imprecisata unità dell’Esercito Germanico, non si sa con quali finalità il cimitero venne stravolto. La fonte è un lettera redatta dalla Direzione Lavori Pubblici e Urbanistica del comune di Verona che riporta:
„Durante la seconda guerra, i tedeschi presero arbitrario possesso del Cimitero, esumarono i resti degli austro-ungarici ivi sepolti e li seppellirono nuovamente ordinandoli in fosse comuni insieme ad altri numerosi resti di soldati tedeschi e austriaci fatti affluire da diverse località dell’alta Italia.“
Non è chiaro quindi se ai caduti della prima guerra mondiale ne siano stati aggiunti altri; comunque alla fine della seconda guerra secondo una documentazione germanica (di cui non esiste più l’originale ma solo trascrizioni!) le sepolture arrivarono a ben 5.684.
I meritori lavori di sistemazione del cimitero, realizzati negli anni 1986/88 dagli Allievi dei Vigili del Fuoco Volontari dell’Oberösterreich hanno posizionato le attuali lapidi che ricordano i 5684 defunti ma non sappiamo dove siano in realtà i loro resti mortali. Abbiamo interpellato sia i Vigili del Fuoco dell’Oberösterreich sia la Österreichisches Schwarzes Kreuz ottenendo purtroppo risposte inconcludenti.“
„Sperando che queste brevi note siano di Vostro interesse e che si possa continuare la ricerca assieme rimaniamo a Vostra disposizione.“ – conclude il Signor Marconi.
Abbiamo voluto pubblicare questi ulteriori tasselli di storia per cercare di proseguire la ricerca, non solo sul luogo dell’ultimo riposo dei poveri resti di Agostino Sannicolò, ma anche su quello di altri nostri soldati sepolti in quel cimitero. Cercheremo di far pervenire l’appello dell’Associazione Verona Città Fortezza in Oberösterreich, sia ai Vigili del Fuoco Volontari che alla Schwarzes Kreuz. E invitiamo chi, fra i nostri lettori, si occupa di cercare e raccontare le vicende dei nostri nonni, bisnonni, prozii, caduti indossando la divisa dell’esercito imperiale, a divulgare e a approfondire questa „piccola storia“.
Perchè i miracoli ogni tanto accadono, ma talvolta hanno bisogno di una „spinta“…






