L’Aquila, stemma di Trento e provincia (18)

Il diploma originale col quale Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia, concedeva nel 1339 a Nicolò di Bruna (l’attuale Brno), Vescovo di Trento, lo stemma di s. Venceslao fu per un periodo irreperibile. Il ritrovamento del diploma è avvenuto del tutto casualmente e dopo lunghe e assidue ricerche d’archivio. Nella primavera del 1971, consultando i documenti del Principato vescovile di Trento, conservati nell’archivio di Stato di Trento alla ricerca di notizie intorno a Filippo Bonacolsi frate francescano vescovo di Trento dal 1289 al 1303, nell’aprire una delle buste contenenti documenti di quel periodo tanto burrascoso per la storia della nostro territorio, si è avuto la gradita sorpresa di avere fra le mani e di ammirare non senza una certa emozione il diploma originale col quale Giovanni re di Boemia pregato dal vescovo Nicolò di Bruna concedeva a lui, ai suoi successori, alla chiesa di Trento, le insegne di s. Venceslao.
Le maggiori variazioni dell’Aquila trentina sono date dalla disposizione delle fiammelle che nel diploma si vedono numerosissime tutt’attorno alla figura e invece nei secoli successivi esse si riducono a poche fiamme sul petto. La più antica raffigurazione dell’aquila di Trento giunta sino a noi è sicuramente quella coniata sulle monete del Vescovo Nicolò di Bruna nel 1340. Le raffigurazioni più conosciute dell’aquila di s. Venceslao sono scolpite nelle pietre tombali dei Vescovi di Trento, collocate lungo le pareti del Duomo. Fra queste riproduzioni la più fedele ed anche la più antica è sicuramente quella che adornava la tomba del Vescovo Alberto di Ortenburg (1363 -1390). Di tale stemma vediamo una copia eseguita da Joseph Móser sopra la porta della biblioteca comunale di Trento. A differenza delle altre aquile scolpite sulle varie pietre tombali esistenti nel Duomo, questa dell’Ortenburg appare circondata di fiammelle, anche se non molte; riproduce quindi con maggior fedeltà lo stemma originale del 1339.
Come era naturale le raffigurazioni dell’aquila di Trento scolpite nella pietra non danno i colori dello stemma che possiamo invece vedere nelle miniature, nei ricami e nelle pitture. Le più antiche raffigurazioni a colori dell’aquila di s. Venceslao sono del tempo del Vescovo Giorgio di Liechtenstein (1390-1419), nativo della Moravia come Nicolò di Bruna. Si ricorda una pianeta ricamata che porta gli stemmi del Liechtenstein e l’aquila nera di Trento circondata dalle fiammelle. La pianeta fra le altre figure presenta un Vescovo aureolato benedicente che altri non può essere che s. Vigilio.
Sopra la figura del Santo in alto a destra, spicca chiaramente un’aquila nera volta a destra, con le ali spiegate nella stessa forma che vediamo nel diploma del 1339. Dello stesso Vescovo Giorgio vi è ancora un antifonario riccamente miniato, conservato come la pianeta nel museo diocesano, ornato dello stemma con l’aquila nera circondata di fiammelle. (continua)






