von mas 22.06.2025 11:00 Uhr

Revisione del PACOBACE

„Avviare l’iter di revisione del PACOBACE in intesa con le altre Regioni e Province autonome firmatari“ – E‘ questo il tema di una mozione presentata dalla consigliera provinciale Eleonora Angeli: eccone alcuni stralci

Foto di repertorio - Servizio Faunistico PAT - C.Groff

La direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat) relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali nonché della flora e della fauna selvatiche inserisce l’Orso bruno tra le specie particolarmente protette – si legge nella mozione di Angeli, che verrà discussa nel corso della prossima seduta del Consiglio Provinciale –   Tale direttiva integra nella normativa europea la Convenzione di Berna firmata, senza riserve, dall’Italia e dagli altri Paesi europei nel 1979 e ratificata nel 1981. La Direttiva Habitat è stata attuata con Decreto del Presidente della Repubblica italiana nel 1997 ma solo nel 2008, su iniziativa della PAT, si è giunti all’approvazione ministeriale del Piano d’Azione Interregionale per la Conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro – orientali, conosciuto come PACOBACE. Questo piano ha l’obiettivo di assicurare nelle Alpi centro-orientali omogeneità nell’individuazione e gestione degli orsi problematici attraverso la definizione di procedure standard e l’individuazione dell’assetto organizzativo minimale necessario alla capacità di intervento emergenziale.

I conflitti generati dalla convivenza tra orso ed essere umano sono inevitabili, l’obiettivo non può quindi essere l’eliminazione dei danni e dei conflitti ma la loro riduzione attraverso l’intervento sui casi problematici e la prevenzione così da portarli al livello di tollerabilità per il contesto socio-economico ed ambientale in cui sono inseriti. I comportamenti di assuefazione all’uomo devono essere corretti dalle Autorità competenti attivando tempestive ed efficaci azioni di prevenzione dei rischi per la sicurezza dell’uomo e di mitigazione dei conflitti. Le azioni di intervento
devono seguire procedure snelle, in particolare di pronto intervento nelle situazioni critiche di emergenza, garantendo la proporzionalità rispetto al grado di problematicità manifestata dai plantigradi.

Gli interventi gestionali sulla popolazione degli orsi sono limitati dalle previsioni della Direttiva habitat, la quale, inserendo la specie all’interno delle specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa, impone delle condizioni alla possibilità degli Stati membri di intervento sui plantigradi

(…)

In tale quadro normativo sarebbe ipotizzabile anche intervenire con la regolazione delle popolazioni, ossia la possibilità di decimare il numero degli animali per ottenere una presenza socialmente sostsenibile. Simili interventi sono eseguibili solamete in caso di sovrappopolamento ed il Trentino non presenta condizioni numeriche tali da garantire lo stato favorevole di conservazione della specie in caso di regolazione della popolazione ursina (come invece avviene in Svezia, in cui si individua preventivamente il numero totale di orsi da mantenere sul territorio). Nondimeno, il PACOBACE resta l’imprescindibile procedura d’azione da seguire per le Amministrazioni pubbliche nella gestione dei plantigradi, nonostante la prospettiva concreta di nuove competenze statutarie in ambito di fauna selvatica. Allo stato attuale, la cattura ai fini di spostamento dell’esemplare, il radiomarcaggio, la captivazione permanente e l’abbattimento, costituiscono nella stessa misura le azioni energiche previste dal PACOBACE.

Oggi è ormai evidente che la situazione si sia ulteriormente evoluta rispetto al 2015. Questa è certificata da 9 attacchi all’uomo negli ultimi 11 anni e 27 orsi problematici registrati negli ultimi 18 anni. A tali dati si aggiunge la testimonianza dei referendum effettuati nelle comunità di valle di Val di Sole, Val di Non, Paganella e nella Valle dei laghi che hanno certificato il rigetto sociale del progetto Life Ursus e testimoniano la sempre
maggiore difficoltà di accettazione locale della presenza ursina e la difficoltà di individuare quel compromesso necessario alla coesistenza. Ad oggi, in situazioni di rischio latente per la popolazione che fanno presagire la possibilità di incontro ravvicinato tra un plantigrado e l’uomo, il principale problema che ad oggi si riscontra per i soggetti decisori dell’Amministrazione provinciale è la difficoltà di intervento con azioni risolutive

(…)

La difficoltà gestionale dei plantigradi presenti sul territorio trentino è ormai palese e manifesta la necessità di intervento sul PACOBACE affinchè rispecchi maggiormente le necessità operative di controllo e prevenzione da parte del Servizio forestale provinciale.

Tutto ciò premesso il Consiglio provinciale impegna la Giunta provinciale

  • Ad avviare la procedura di revisione del PACOBACE ricercando l’intesa a presentare unitamente con le altre Regioni e Province dell’arco alpino firmatarie (Provincia Autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto) al Ministero dell’Ambiente la necessità condivisa di apportare modifiche al capitolo 3 „Criteri e procedure d’azione nei confronti degli orsi problematici e d’intervento in situazioni critiche“.
  • Promuovere ai fini di tale revisione la rivalutazione della tabella 3.1 allegata al PACOBACE, nello specifico le misure energiche dagli atteggiamenti descritti dal numero 11 in poi, collocando l’intervento i)“cattura con rilascio allo scopo di spostamento e/o radiomarcaggio“ tra le azioni leggere e rimuovendo l’intervento j)“cattura per captivazione permanente“ dalle azioni energiche per gli atteggiamenti numero 15, 16, 17 e 18

La mozione, oltre a quella di Eleonora Angeli, porta anche le firme dei Consiglieri Vanessa Masè, Claudio Cia, Daniele Biada, Maria Bosin, Mirko Bisesti e Luca Guglielmi

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