von fpm 10.06.2025 18:00 Uhr

L’Aquila, stemma di Trento e provincia (15)

Sugli studi di Padre Frumenzio Ghetta ripercorriamo la storia dell’Aquila del Principato, stemma di s. Venceslao, simbolo della nostra identità.

Foto archivi, elab grafica fpm

Il diploma originale col quale Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia, concedeva nel 1339 a Nicolò di Bruna (l’attuale Brno), Vescovo di Trento, lo stemma di s. Venceslao fu per un periodo irreperibile. Il ritrovamento del diploma è avvenuto del tuto casualmente e dopo lunghe e assidue ricerche d’archivio. Nella primavera del 1971, consultando i documenti del Principato vescovile di Trento, conservati nell’archivio di Stato di Trento alla ricerca di notizie intorno a Filippo Bonacolsi frate francescano vescovo di Trento dal 1289 al 1303, nell’aprire una delle buste contenenti documenti di quel periodo tanto burrascoso per la storia della nostro territorio, si è avuto la gradita sorpresa di avere fra le mani e di ammirare non senza una certa emozione il diploma originale col quale Giovanni re di Boemia pregato dal vescovo Nicolò di Bruna concedeva a lui, ai suoi successori, alla chiesa di Trento, le insegne di s. Venceslao. Per quale ragione il Vescovo Nicolò di Bruna senti la necessità di avere per sé e per la diocesi uno stemma e un vessillo? E perché volle chiedere al suo amico, il re di Boemia, non uno stemma qualunque ma proprio quello di un principe di Boemia, anzi quello dello stesso suo patrono San Venceslao?

Si è ricordato l’antichissimo cippo in pietra rossa che segna il confine fra il comune di Trento e il territorio di Vezzano al terzo chilometro dalla città, sulla strada per le Giudicarie, poco sopra la curva detta di Montevidèo. I cippi di confine vennero rinnovati e revisionati più volte lungo i secoli per ordine del Vescovo. Una prima notizia è del 1222 quando l’8 agosto vennero fissati i limiti dei possessi della città di Trento; con maggior preci- sione detti limiti vengono fissati il 4 novembre 1264. Si è accennato, parlando del Vescovo Nicolò di Bruna, al lavoro fatto eseguire da lui nel rinnovare i termini di confine. Tale lavoro durò dal marzo al giugno 1339 e furono collocati nuovi e più frequenti termini di con- fine col vessillo di s. Vigilio26. In che cosa consisteva il vessillo di s. Vigilio scolpito nei cippi di confine? Era forse una T oppure era formato da tre colli sormontati da tre croci, come possiamo vedere sul cippo di confine esistente sulla strada del Bus di Vela, di cui sopra? Il cippo in parola, che era già deperito molto tempo fa, è stato sostituito con una copia.

Il vecchio cippo è alto metri 2,60. I quattro bassorilievi misurano centimetri 32 per 56. Nel riquadro verso la strada è rappresentato Gesù in croce con ai lati la Vergine e s. Giovanni; verso Vezzano è raffigurato Gesù che porta la croce con sotto scolpita la lettera V (= Vezzano); sulla facciata verso Trento, che è la più deteriorata, sembra di poter individuare Cristo morto e sotto la lettera T ( = Tren- to); sul lato verso il torrente Vela si vedono tre monti sormontati da tre croci.

Che sia questo il vessillo di s. Vigilio, che era stato inciso sui cippi di confine al tempo di Nicolò di Bruna, oppure era lo stemma della città, o l’uno e l’altro insieme? 11 Reich nel 1906 auspicava che il cippo di cui parliamo fosse levato e collocato in luogo adatto, sostituendolo con una copia; il che venne eseguito pochi anni dopo. (continua)

Jetzt
,
oder
oder mit versenden.

Es gibt neue Nachrichten auf der Startseite