von mas 10.06.2025 17:00 Uhr

I 150 anni di Rio dos Cedros

La città di Rio dos Cedros, nello stato brasiliano di Santa Catarina, festeggia i suoi 150 anni di vita – Il primo di una serie di articoli a cura del Prof. Everton Altmayer, dedicati agli anniversari di fondazione di alcune comunità tirolesi in Brasile

Nell’anno in cui compie 150 anni dalla sua fondazione, la città di Rio dos Cedros, nello stato brasiliano di Santa Catarina, celebra con orgoglio le sue profonde radici legate al nostro territorio. Partiti nel lontano 1874, il primo gruppo di emigranti provenienti dalle valli trentine del Tirolo, nell’allora Impero d’Austria, arrivò in Brasile nel 1875. Il gruppo formato da famiglie contadine si stabilì nell’allora Colonia Blumenau, fondata anni prima da coloni tedeschi oriundi dalla Prussia (Sassonia e Pomerania) e dal Palatinato (Rheinland).

 

I primi Tirolesi erano oriundi di Matarello, altopiano di Pinè, Val di Cembra, val di Fiemme, Valsugana e di altre località della Valle dell’Adige. Le prime famiglie furono Andreatta, Baldessari, Bertoldi, Bonatti, Bridi, Bendotti, Carlini, Cava, Cristelli, Dalmonico, Ferrari, Moratelli, Nardelli, Perini, Slomp, Tafner, Tomasini, Uber, Valentini, Zatelli.  Nei mesi successivi arrivarono altri gruppi di emigrati che fondarono la „Strada dei Tirolesi“ (Estrada dos Tiroleses), oggi nel comune di Timbó. Ai Tirolesi si aggiungono anche emigrati oriundi dal Regno d’Italia, soprattutto veneti e lombardi.

Attratti dalle promesse di terre fertili e di una nuova vita in Brasile, questi emigranti affrontarono un lungo viaggio via nave, passando per il porto di Genova e poi quello di Itajaí, prima di addentrarsi nell’interno dello stato, tra fiumi e foreste subtropicali.

I primi anni furono segnati da grandi difficoltà. I coloni si trovarono di fronte a una natura selvaggia, senza infrastrutture, con un clima assai diverso da quello alpino. Le malattie tropicali, l’isolamento e le difficoltà nel comunicare con le autorità locali furono alcuni ostacoli. Ma con spirito di sacrificio, forte fede religiosa e una tenace solidarietà comunitaria, gli emigranti titolesi riuscirono a dare vita a un villaggio che oggi conta oltre 11.000 abitanti, e dove ancora si parla il dialetto trentino che conserva tantissime caratteristiche dell’antico dialetto di montagna del XIX secolo.

Una delle peculiarità più affascinanti di Rio dos Cedros è proprio la conservazione del dialetto degli antenati, che sopravvive in molte famiglie. Parole, espressioni e modi di dire che in Trentino stanno lentamente scomparendo, vivono ancora tra i discendenti, pronunciati con orgoglio da giovani e anziani, a testimonianza di un’identità mai dimenticata.

Tra le tradizioni più amate c’è la polenta preparata ancora nel „paról“, le canzoni popolari tramandate oralmente per generazioni. Durante il periodo natalizio, la comunità si stringe attorno a riti antichi, come la celebrazione della “Santa Notte”, che unisce canti sacri in italiano e dialetto e processioni con la Stella, creando un’atmosfera che richiama le notti innevate delle Dolomiti, anche sotto il cielo estivo del Brasile.

 

In occasione del 150º anniversario, Rio dos Cedros ha organizzato una serie di eventi commemorativi, tra cui concerti, mostre fotografiche e incontri con delegazioni trentine. Questa celebrazione non è solo un ricordo del passato, ma anche un’opportunità per rafforzare i legami culturali con la „terra dei bisnonni“ e per tramandare alle nuove generazioni il valore dell’identità e della memoria.

A Rio dos Cedros, a 150 anni dalla fondazione, il Tirolo non è soltanto una terra lontana nel tempo e nello spazio: è una presenza viva, scolpita nella lingua, nei canti, nei sapori e nella fede di una comunità che continua a fiorire, portando avanti con orgoglio le radici piantate dai suoi antenati.

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