Tradizioni: Pentecoste, la „Pascoa Rosada“

Il turbinìo del mondo moderno ha ormai quasi nascosto e offuscato nelle vallate di Trento la solennità e l’importanza della festa di Pentecoste, la “Pascoa Rosàda”, una delle quattro feste più grandi dell’anno, e che durava anche il lunedì e il martedì seguente.
La devozione allo Spirito Santo nell’antica regione tirolese nei territori di lingua sia tedesca, che ladina che italiana, era molto grande. Lo dimostra, ad esempio, l’uso di fissare una colomba simbolo dello “Spirito Santo” sul soffitto di ogni “stube”, oppure, anche a mio ricordo, molti vecchi usavano segnarsi al mattino col segno di croce per tre volte “in onore dello Spirito Santo. “Pascoa Rosada” sarebbe dunque una festa molto attesa
Al mattino di “Pascoa Rosada”, dopo aver aperto bene le finestre per far entrare l’aria „dello Spirito Santo“, si toglie il „vel“ preparato la sera prima, che e‘ coperto di petali rossi o pezzetti di carta rossi. Sotto si rivelano i biscotti di Pentecoste, a forma di colomba, uno per ogni foglia di malva lasciata la sera prima, e i biscotti a fiammella. Debbono essere fatti e cotti nella notte in forno a legna, per simulare cosi l’arrivo della „fiamma dello Spirito“.
L’ultimo che si alza in famiglia il giorno di “Pascoa Rosada” è detto “el lempo”, cioè “il pigro” per tutto l’anno a seguire.
La Santa Messa è di grande solennità, e usanza antica è di portare una bottiglia d’acqua da far benedire al sacerdote. Nelle chiese della regione del Tirolo, si usava anche, dopo la predica, gettare pezzettini di carta incendiata oppure petali di rosa da sopra le volte della navata della chiesa, a simboleggiare la discesa dello Spirito Santo.
L’aria ripiena di Spirito Santo richiede che “l’holmittok”, la merenda di metà mattina, venga consumata all’esterno della casa, lasciando i bambini senza scarpe né calzini “descolzi”, così da farli bagnare con la rugiada del mattino di “Pascoa Rosada”.






