von mas 08.06.2025 11:00 Uhr

Il bosco che cambia nel tempo

A Paneveggio una giornata dedicata all’approfondimento sulle foreste demaniali del nostro territorio,  dall’800 ai giorni nostri

Lo scoprimento della targa a Nardin (Foto Ufficio Stampa PAT)

Si è conclusa con lo svelamento della targa dedicata a Donato Nardin all’interno della Stazione forestale demaniale di Paneveggio, la „Giornata sulle foreste demaniali“. Nel centro visitatori del Parco Naturale di Paneveggio si è svolta una giornata di approfondimento sulla storia del Demanio Forestale provinciale dalla fine dell’800 ai nostri giorni, alla quale ha partecipato anche l’assessore provinciale all’artigianato, commercio, turismo, foreste, caccia e pesca Roberto Failoni: Oggi – ha affermato l’assessore Failoni – abbiamo potuto apprendere degli aspetti importanti delle nostre foreste, capire cos’è e come funziona l’Agenzia demaniale, conoscere la figura di Donato Nardin, un uomo che ha lasciato una traccia importante del suo operato ancor oggi visibile.

Momenti come questi – ha concluso l’assessore Failoni – sono preziosi perché riceviamo nuovi stimoli per ideare e realizzare progettualità e lasciare il patrimonio boschivo nelle migliori condizioni a chi verrà dopo di noi. Inoltre, veniamo a conoscenza dell’attività dei Bacini montani, uno dei settori di cui siamo più orgogliosi, e abbiamo l’opportunità di divulgare uno straordinario patrimonio unico del nostro territorio,  purtroppo in larga parte sconosciuto“.

Nel corso della mattinata,  sono state ripercorse  la storia e le figure di riferimento del Demanio di Fiemme e del Primiero. Tra l’800 ed il 1200 d.C. cominciarono ad essere definiti i confini di proprietà tra le varie comunità e nel periodo 1310-1315 Paneveggio fu contesa tra i primieroti (patrocinati dal Principe vescovo di Feltre) e i fiemmesi (sostenuti dal Principe Vescovo di Trento) rimanendo gestita per metà dall’Ufficio Superiore Forestale di Cavalese e per metà da quello di Primiero.  Il momento di instabilità si dimostrò propizio per i conti del Tirolo che non solo ottennero numerosi possedimenti ma dal 1583 conquistarono l’intera proprietà di Paneveggio dove istituirono un ufficio forestale con ispettori e guardaboschi e stabilirono direttive e sanzioni per gestirne il patrimonio.

Lo sfruttamento del bosco continuò intensamente per tutto il 1500 e 1600, dalla foresta venivano asportati gli alberi più grossi e poi fluitati in Val d’Adige attraverso i torrenti Travignolo e Avisio oppure trainati da buoi fino al passo Valles per poi ridiscendere a Venezia tramite il Cordevole ed il Piave. Durante la prima guerra mondiale, incendi, mine, bombe e forzosi tagli raso di notevoli estensioni danneggiarono gravemente il soprassuolo. Dopo la cinquista italiana, dal 1919 la proprietà passò al Demanio forestale di Stato, poi trasferita al demanio della Regione e infine alla Provincia Autonoma di Trento.  Dal 1955 al 1969 l’amministratore fu Donato Nardin. Il suo approccio innovativo guida ancora oggi l’operato dei vari dipartimenti.

In seguito è stata analizzata l‚evoluzione della foresta di abeti di Paneveggio. Attraverso numerosi rilevamenti effettuati nel corso degli anni (germinazione, sopravvivenza, velocità di crescita, sopravvivenza e longevità delle piante, scioglimento della neve) si è constatato il cambiamento del clima in atto e come il bosco abbia reagito nel tempo.

Nel pomeriggio i tecnici del corpo Forestale e di Aprofod hanno illustrato il massiccio disboscamento avvenuto a cavallo delle due guerre mondiali, il ruolo del Demanio ai nostri giorni, lo stato attuale delle foreste e tracciato il futuro dei boschi tra rinnovazione e rimboschimento“.

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