von mas 07.06.2025 18:30 Uhr

Un libro al mese: „Ero un bullo“

Ricordati sempre che nella vita non esiste un copione già scritto: fino all’ultimo puoi decidere di cambiare il finale„. Daniel è un bullo temuto da tutti, carico di rabbia e di aggressività. Solo quando arriva quasi a toccare il fondo, impara a guardare le cose da un’altra prospettiva. Il libro di Andrea Franzoso, scrittore che ha scelto di vivere in Sudtirolo, è un’appassionante storia vera, di amicizia, di rinascita e di amore per la vita, che tutti – ragazzi, genitori ed educatori – dovrebbero leggere. Oggi presentiamo il primo estratto: „Non vali niente!

Particolare della copertina del libro

Fischio di inizio. Il cuore pompava nel petto, i muscoli tesi. Era una partita importante e bisognava dare il massimo. “La squadra ha bisogno di me. Il mister me l’ha detto: ‘Quel destro che ti ritrovi portalo in campo oggi, okay?’.”

Il primo tempo sembrò scorrere a velocità doppia, poi, ecco l’occasione giusta. Daniel corse con il pallone dal centro campo. Scartò un paio di avversari, passò la palla a un compagno sulla fascia e tagliò verso l’area di rigore. Quello gli ripassò la palla. Il portiere intercettò il movimento e gli andò incontro, ma Daniel riuscì a dribblarlo. A quel punto era solo davanti alla porta vuota.

Il pubblico tratteneva il fiato. Sulle tribune alle spalle c’era suo padre che assisteva in silenzio. Daniel non poteva vederlo, ma si sentiva addosso il suo sguardo. Il cuore andava a mille.

Tiro.

«Nooo!» Un boato inondò lo stadio. Gli entrò nelle orecchie come una lama, e poi tutto sembrò improvvisamente ovattato. La palla era finita a lato del palo.

Daniel sputò rabbiosamente a terra e prese a riavviarsi con aria smarrita verso la sua metà campo. I fischi erano tutti per lui. I compagni di squadra gli lanciarono qualche occhiataccia. L’allenatore a bordo campo si sbracciava e gli gridava qualcosa che in quel momento non riusciva a capire.

Daniel avrebbe voluto scomparire dentro la sua maglia nerazzurra. Continuò a giocare, ma senza grinta, meccanicamente. Il fischio di fine partita arrivò come una liberazione.

Corse negli spogliatoi cercando di arrivare prima degli altri. Doccia veloce e si rivestì, appallottolò asciugamano e divisa nel borsone. Ci buttò dentro le scarpe quasi prendendosela con loro. Si infilò il cappellino, la visiera bassa, e sgusciò via senza salutare nessuno, infastidito dai commenti dei compagni alla partita.

 

Fuori dallo stadio, suo padre e l’allenatore stavano discutendo, ma appena videro Daniel interruppero il discorso. Lui si avvicinò esitante e l’allenatore lo accolse con un buffetto sulla nuca. «Serve ancora tanto allenamento…»

Il padre, scuro in volto, non disse una parola. Si incamminò con passo malfermo verso il parcheggio. Daniel lo seguì a testa bassa.  Una volta in macchina non si trattenne più, riversando sul figlio tutta la sua rabbia: «Non combinerai nulla di buono nella vita. Manchi di coraggio. Scordati di giocare ancora con l’Inter, ti hanno già scaricato. Non sanno che farsene, di una zavorra come te. Sei uno Z-E-R-O.»

Daniel guardava fisso fuori dal finestrino. Aveva un groppo alla gola, avrebbe voluto piangere ma non poteva. Non in quel momento, non di fronte a suo padre. Si sarebbe tirato addosso un carico ancora più pesante di insulti. Deglutì. Intanto il padre continuava con la raffica di offese.
«Non vali niente.
«Fai schifo.
«Idiota.
«Che figura di m***a.
«Sei un incapace.
«Una nullità.»

E‘ giovane, Andrea Franzoso, ma nei suoi cinquant’anni scarsi di vita ha già preso diverse legnate nei denti, per aver scelto di non tacere, di denunciare il malaffare e la corruzione.  Per questo ha perso il lavoro, ma se ne è letteralmente inventato un altro: ora scrive libri dove racconta le sue esperienze, dove spiega quanto siano importanti la coerenza, l’onestà, la giustizia e  l’impegno civico, quanto nella vita contino soprattutto i valori.

Nato in Veneto e vissuto a Milano, si è trasferito in Sudtirolo dove, dice, sente di aver  trovato il suo posto, di essere arrivato a casa. 

Il suo libro „Ero un bullo“  Andrea Franzoso racconta la storia di Daniel, un ragazzo „difficile“, che vive in un ambiente familiare carico di tensioni, nella periferia di una grande città.  Convinto che l’unico modo per guadagnarsi il rispetto sia incutere paura, non  teme niente, neanche di fare un colpo in banca. E le rapine arriva a farle per davvero, finché finisce in un carcere minorile. È considerato un ragazzo perduto, irrecuperabile.  Ma una volta toccato il fondo, per Daniel arriva la svolta. 

Il libro di Andrea Franzoso affronta un tema difficile, quello del bullismo giovanile,  ma scorre veloce, emozionante e sincero; dovrebbe essere letto da tanti, ragazzi, genitori, educatori.  Infatto l’autore lo „porta in giro“, nelle scuole, nei teatri, nelle comunità; e per raggiungere ancora più persone, „Ero un bullo“  è diventato anche uno spettacolo  teatrale. 

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