von mas 05.06.2025 11:45 Uhr

Il futuro del Ladino

Il futuro del ladino: una lingua, la sua gente e le sfide per il domani – Alla Majon di Fascegn un incontro interladino per discutere della lingua standard e del suo utilizzo per la sopravvivenza delle lingue minoritarie

La Majon di Fascegn a Sèn Jan

Cie é pa n standard te n lingaz? Storia, endesfides, aspetatives y davegnì dl ladin”, ovvero “Cos’è uno standard in una lingua?” Storia, sfide, aspettative e futuro del ladino” è il titolo dell’incontro-laboratorio previsto per domani, venerdì 6 giugno, a partire dalle 9.30, presso la sede dell’Istituto Culturale Ladino “Majon di Fascegn” a Sèn Jan.

Sarà una giornata di lavori durante la quale verrà spiegato cos’è una lingua standard, le ragioni per cui è utile per le lingue minoritarie e la storia dello standard ladino, conosciuto anche come ladino dolomitico.

Quando si parla di ladino, non ci si riferisce soltanto a una singola variante. Il ladino parlato nelle valli dolomitiche intorno al gruppo del Sella è composto da una moltitudine di idiomi – fassano, fodom, badiotto, gardenese, ampezzano – e da ulteriori sotto-varianti di valle – brach, moenat, cazet, mareo e così via. Tuttavia, il ladino ha radici comuni che permettono di capirsi reciprocamente e di ritrovare in esso un idioma unico. Si tratta di una polinomia che è una grande ricchezza a livello di espressioni, parole e suoni – un patrimonio che, ovviamente, non va perso.

Allo stesso tempo, però, affinché una lingua piccola come il ladino possa sopravvivere, è necessario che sia rafforzata e sostenuta da una lingua unificata, che riunisce e tutela tutte queste varianti: in linguistica si parla di “lingua tetto” o “Dachsprache”. Si tratta appunto di una lingua standard, usata principalmente in forma scritta, nella quale i parlanti delle diverse varianti ladine in questo caso, si riconoscono, soprattutto quando la lingua è usata fuori dalle valli, nei documenti, nei testi ufficiali che riguardano tutti i ladini, oppure nei rapporti con le autorità ad ogni livello.

L’iniziativa è aperta al personale delle istituzioni ladine, ai giornalisti, alla Fondazione Dolomiti Unesco, ai rappresentanti di Euregio e Eusalp, agli operatori linguistici della pubblica amministrazione, agli insegnanti delle scuole ladine, ai giovani – il futuro del ladino – e a tutti gli interessati.

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