Provenivano dalla lontana Cappadocia (attuale Turchia), culla del cristianesimo in Oriente, e li animava un sincero spirito missionario. Nel 387d.C. furono inviati da S. Ambrogio di Milano al vescovo di Trento, S. Vigilio, il quale assegnò loro l’area della Val di Non. Qui trovarono il martirio nel 397. Fu lo stesso Vigilio a raccogliere i resti dei martiri e a destinarli come reliquie in varie sedi dell’allora chiesa indivisa; ed è per questo che i Ss. Martiri tutt’oggi rappresentano un segno significativo di testimonianza ecumenica.
La loro testimonianza offre insegnamenti tuttora attuali: tra gli altri è importante ricordare che il loro martirio avvenne in un’epoca che, dopo l’editto di Costantino, aveva già legittimato il culto cristiano, come pure è importante ricordare il gesto di perdono che avvenne nei confronti degli uccisori dei martiri. I cristiani di allora infatti chiesero ed ottennero per gli uccisori la grazia dell’imperatore e la loro liberazione. E questa storia merita di essere ricordata per poter essere un buon esempio di fronte ai tanti conflitti e divisioni presenti ai nostri giorni.







