Briciole di Memoria: Santo, che difendeva la Heimat

Il Foglio Annunzi Legali inizia le sue pubblicazioni il 10 maggio 1919 quale supplemento al Bollettino Ufficiale del Governatorato di Trento, che dal settembre dello stesso anno diventa il Commissariato Generale per la Venezia Tridentina.
Oltre a editti e pubblicazioni ufficiali, sul FAL appaiono anche le informative sull’avviamento e sulla conclusione delle procedure di dichiarazione di morte: si tratta per la quasi totalità dei casi, di soldati dispersi sui vari scenari della guerra: dalla Galizia ai Balcani, dalla Romania al nostro fronte, quello tirolese. Le notizie pubblicate sono spesso scarne, talvolta invece – incrociandole con quelle contenute nei registri parrocchiali, in quelli dei curati da campo, nelle liste delle perdite oppure nell’Ehrenbuch – permettono di ricostruire quasi completamente “piccole storie” di morte e disperazione, minuscoli tasselli personali e familiari della grande tragedia collettiva che si abbattè sulla nostra Terra e su tutta l’Europa.
Ne raccontiamo qualcuna, con l’intento di contribuire, nel nostro piccolo, ad accendere qualche “lume di candela” sul nostro passato e sulla nostra storia. Oggi narriamo quella di Santo Simonetti da Saccone di Brentonico
Santo Simonetti nasce a Brentonico il 1 novembre 1877, figlio di Bonaventura (o Ventura). I primi 37 anni della sua vita (a parte quelli del servizio militare) passano tutti lì, nel raggio dei pochi chilometri che vanno dalla parrocchia di Prada dove viene battezzato, dove nel 1904 si celebra il suo matrimonio con Maria (compaesana e con lo stesso cognome) e dove ricevono il battesimo pure i suoi figli, alla casa di Saccone dove vive la famiglia.
Santo e Maria hanno cinque figli, tutti maschi: Bonaventura Primo, nato nel 1905; Tarcisio, nel 1908; Giuseppe nel 1909; Severino nel 1911; e l’ultimo, Sigifredo, che vede la luce nel dicembre del 1913. Vivono una vita „normale“, fatta di lavoro, di fatica ma anche di fede e di piccole gioie, come quella di tutte le famiglie di Saccone, di tutte le famiglie della nostra Terra.
Ma nell’estate del 1914, fra il primo e il secondo taglio del fieno, all’improvviso tutto cambia: scoppia la guerra e Santo, richiamato già nel mese d’agosto, parte per il fronte. Fra una marcia e una battaglia, immaginiamo che anche Santo scriva a casa, mandando sue notizie, chiedendo dei figli, dei fratelli, dei paesani; a Saccone Maria tira avanti, lavorando, pregando tutti i santi, rispondendo alle lettere del marito. Poi la guerra cade addosso anche a lei, come a tutti gli abitanti di Brentonico: l’Italia dichiara guerra all’Impero, aggredisce il Tirolo e Brentonico diventa zona di battaglia. La popolazione viene evacuata, Maria con i figli finisce in Molise, in un paesino fra le colline che si chiama Santa Croce di Magliano, grande come Brentonico. La corrispondenza diventa difficile, quasi si interrompe..
In quel maggio del 1915, mentre la famiglia parte per il sud dell’Italia, Santo torna in Tirolo, a difendere i confini della Heimat in Val di Fiemme. Le sue ultime notizie provengono da lì, e portano la data del 4 aprile 1916. Poi di lui non si sa più nulla…
Dal Foglio Annunzi Legali
Nell’edizione del Foglio Annunzi Legali pubblicata il 17 gennaio 1921, appare l’annuncio dell’avviamento della procedura allo scopo della “dichiarazione di morte di Simonetti Santo di Bonaventura, che richiamato sotto le armi nell’agosto 1914 ebbe regolarmente a dare notizie di sè alla moglie fino a maggio 1915, nella quale epoca si trovava in Valle di Fiemme, e l’ultima notizia di lui pervenne ai 4 aprile 1916, pervenuta dalla posta di campo N. 63.
(…)
vieve avviata dietro istanza di Simonetti Maria, moglie di Santo nata Simonetti di Saccone di Brentonico la procedura allo scopo della dichiarazione di morte della suddetta persona mancante„
Altre notizie della famiglia Simonetti
Dei cinque figli di Santo e di Maria, Giuseppe è l’unico del quale non abbiamo trovato nessun’altra informazione.
Di Bonaventura sappiamo che si spegne a Rovereto nel 1968. Tarcisio invece muore nel novembre del 1916, a soli sette anni, a Santa Croce di Magliano, il paese molisano dove è profugo con la famiglia. Nel 1935 Severino sposa Caterina Pedrotti.
La vita di Sigifredo è più complessa: anche lui deve andare in guerra, ma con la divisa da alpino dell’esercito italiano: prima in Etiopia, poi chissà su quali altri fronti. Nel maggio del 1941 è in Friuli, a Vito d’Asio, un paese „sparso“ come Brentonico, dove si sposa con Santa Tosolini (?). Poi rimette la divisa: l’armistizio dell’otto settembre 1943 lo trova da qualche parte in Italia; Sigifredo si sbanda ma in qualche modo riesce a restare vivo e a fare ritorno a casa a guerra finita.






