Tradizioni: 25 maggio, Sant’Urbano

Sant’Urbano, 25 maggio: inizio dell’estate nelle valli dolomitiche
Da San Clemènt (23.11) el rùa ‘l invèrn
Sàn Péro el senta (22.02) su ‘l sol novènt
‘l istà el vèn con Sànt Urbàn (25.05)
Sàn Bortol (24.08) el taca col giàlt foiàm.
Der Klemens (23. 11) uns den Winter bringt,
St. Petri Stuhl (22.02) dem Frühling winkt,
den Sommer bringt uns St. Urban (25.05),
der Herbst fängt nach dem Barthel (24.08) an.<
Questo antico adagio correva sulle bocche di tutte le genti delle valli dolomitiche fino alla metà del XX secolo e descriveva le varie fasi dell’anno agrario. Il coincidere del detto in lingua tedesca e in parlata romanza denota la sua costruzione su antichissime tradizioni popolari, osservazioni dell’andamento del tempo di decennio in decennio e di secolo in secolo.
San Clemente, il 23 novembre, apre la stagione invernale, la festa della “Cattedra di San Pietro”, il 22 febbraio, quella primaverile. E‘ Sant’Urbano a far entrare nella stagione estiva, il 25 maggio: il mese di maggio, fino a quel momento, invita alla prudenza in campagna perché San Floriano, il 4 maggio, può vedere ancora molta neve in montagna, e i “santi di ghiaccio” o “uomini di ghiaccio”, l’11, 12 e 13 maggio, seguiti dalla “Kalte Sophie”, la “fredda Sofia”, trascinano un tempo freddo e instabile fin verso fine mese, a Sant’Urbano appunto, il 25 maggio, giorno che introduce verso una stagione più calda e mite
Questa si chiuderà con San Bartolomeo, il 24 agosto, quando i forti temporali agostani e le prime spolverate di neve in montagna avvieranno l’autunno “col giàlt foiam”, le foglie gialle






