von mas 24.05.2025 11:46 Uhr

„Per noi non c’è futuro in questo Stato“

La nota del Suedtiroler Heimatbund, a 110 anni dalla dichiarazione di guerra italiana all’Impero Austriaco.

Fanes Alm - Standschuetzen e Kaiserjaeger

L’aggressione italiana all’Impero Austriaco, nata dallo spirito imperialista della leadership dell’epoca, costò la vita ad almeno 680.000 soldati italiani, sacrificati invano poichè militarmente l’Italia non riuscì a conquistare nemmeno un metro quadrato di terra tirolese“, afferma in una nota stampa l’Obmann del Suedtiroler Heimatbund Roland Lang.

L’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, un’azione condotta in solitaria dal re italiano, avvenne tre anni e mezzo dopo quella all’Impero Ottomano e portò ad un’ulteriore destabilizzazione dell’equilibrio europeo.

Nonostante l’accanita resistenza della popolazione locale, alla fine del conflitto il Tirolo Meridionale fu annesso al Regno d’Italia come bottino di guerra, senza tenere in minimo conto i 14 punti del presidente americano Woodrow Wilson – una decisione che ancora oggi ha conseguenze di immensa portata.

 

Centocinque anni dopo la violenta annessione, è sempre più chiaro il dato di fatto che il Sudtirolo non ha futuro in uno Stato al quale non ha mai voluto appartenere. I tirolesi hanno combattuto con tutte le loro forze contro le mire espansionistiche dell’Italia dell’epoca e ancora oggi il diritto all’autodeterminazione è un aspirazione estremamente attuale – dichiara ancora il Suedtiroler Heimatbund

Anche se a molte persone la questione pare „la solita vecchia storia“, anche se molti sudtirolesi sembrano non avere più voglia di lottare, il Suedtiroler Heimatbund non dimentica gli accadimenti storici e continuerà a battersi per la salvaguardia dell’identità tirolese e del diritto all’autodeterminazione –  conclude Roland Lang

 

 

 

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