von fpm 22.05.2025 10:00 Uhr

Il 22 maggio 1542 papa Paolo III indisse il Concilio di Trento

Il Concilio si sarebbe dovuto aprire a Trento il 1° ottobre dello stesso anno, con la bolla „Initio nostri“. L’obiettivo del Concilio era rispondere alla Riforma protestante, riformare la Chiesa e stabilire la pace per fronteggiare gli Ottomani.

Foto web, elab grafica fpm

Il Concilio che si tenne a Trento dal 1545 al 1563 avrebbe dovuto mettere fine alla frattura tra Cattolici e Protestanti, ma si risolse in una serie di rigide affermazioni con cui si sconfessarono le teorie di Lutero. Due furono le conseguenze del Concilio di Trento: la riforma della Chiesa cattolica e la Controriforma. Dopo la Riforma protestante, iniziata nel 1517 in Germania e che poi si era diffusa in tutta Europa, nel mondo cattolico si fece forte l’esigenza di un rinnovamento. Da questa esigenza presero corpo la Riforma cattolica, tesa a eliminare i mali della Chiesa di Roma, e la Controriforma il cui obiettivo era reagire alla teoria protestante. Fu papa Paolo III a inaugurare il rinnovamento della Chiesa romana con provvedimenti come la nomina di nuovi cardinali sensibili alle necessità di una riforma e la creazione di un consiglio cardinalizio incaricato di individuare i problemi della Chiesa. Il consiglio creò nel 1536 un progetto chiamato Consilium de emendanda ecclesia nel quale si proponevano cambiamenti nelle istituzioni ecclesiastiche e nei costumi del clero come: la riforma della curia; l’’obbligo di risiedere nella parrocchia per i parroci; il l rafforzamento del potere dei vescovi; interventi contro l’immoralità dei preti.

Ai progetti di riforma si affiancò la necessità di plasmare organismi di controllo che non permettessero la diffusione di idee pericolose. Nel 1542 il papa creò il Sant’Uffizio, una congregazione di cardinali con cui si concentrarono a Roma tutti i processi per combattere il dissenso religioso.    I provvedimenti di Paolo III non furono sufficienti: da tempo tutta la cristianità chiedeva di convocare un concilio per ricomporre la frattura tra Cattolici e Protestanti e per riformare ciò che non andava. Nel 1517 Martin Lutero fu il primo a chiedere, nel pieno dell’opera di riforma, un concilio che risolvesse il contrasto con il Papa. La sua richiesta fu sostenuta dai Cattolici più sensibili all’idea di rinnovamento e dall’imperatore Carlo V, che nel concilio vedeva uno strumento per migliorare la Chiesa, ma anche per aumentare il potere imperiale. Il papa, che temeva di essere messo sul banco degli imputati dai delegati luterani e che Carlo V divenisse più potente, non poté più rimandare e nel 1545 convocò a Trento, città consigliata dall’imperatore perché vicina ai suoi territori, un concilio ecumenico, una riunione di tutti i vescovi cattolici del mondo: il Concilio di Trento suscitò grandi speranze nella cristianità.

Non tutti sanno che il Concilio di Trento, a causa di eventi drammatici e incidenti di vario genere, rischiò di non tenersi mai. Nel giugno del 1536 Paolo III, con la bolla “Ad dominici cura”, convocò il Concilio non a Trento ma a Mantova: il progetto venne presto abbandonato a causa delle scarse risorse economiche.

La sede fu allora spostata a Vicenza e la data di apertura venne fissata per il primo maggio del 1538 ma anche qui il progetto fallì. Il 22 maggio del 1542 Paolo III indisse il Concilio nella città di Trento ma a causa della guerra tra Francia e Impero il concilio venne sospeso. Infine, il Concilio si aprì il 13 dicembre 1545 con una solenne celebrazione nella cattedrale di Trento.

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