von fpm 20.05.2025 18:00 Uhr

L’Aquila, stemma di Trento e provincia (12)

Sugli studi di Padre Frumenzio Ghetta ripercorriamo la storia dell’Aquila del Principato, stemma di s. Venceslao, simbolo della nostra identità.

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

Il diploma originale col quale Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia, concedeva nel 1339 a Nicolò di Bruna (l’attuale Brno), Vescovo di Trento, lo stemma di s. Venceslao fu per un periodo irreperibile. Il ritrovamento del diploma è avvenuto del tuto casualmente e dopo lunghe e assidue ricerche d’archivio. Nella primavera del 1971, consultando i documenti del Principato vescovile di Trento, conservati nell’archivio di Stato di Trento alla ricerca di notizie intorno a Filippo Bonacolsi frate francescano vescovo di Trento dal 1289 al 1303, nell’aprire una delle buste contenenti documenti di quel periodo tanto burrascoso per la storia della nostro territorio, si è avuto la gradita sorpresa di avere fra le mani e di ammirare non senza una certa emozione il diploma originale col quale Giovanni re di Boemia pregato dal vescovo Nicolò di Bruna concedeva a lui, ai suoi successori, alla chiesa di Trento, le insegne di s. Venceslao. Per quale ragione il Vescovo Nicolò di Bruna senti la necessità di avere per sé e per la diocesi uno stemma e un vessillo? E perché volle chiedere al suo amico, il re di Boemia, non uno stemma qualunque ma proprio quello di un principe di Boemia, anzi quello dello stesso suo patrono San Venceslao?

Dopo gli imperatori orientali anche Carlo Magno, il restauratore del sacro romano impero, prese a simbolo del suo dominio l’antica aquila romana. Dopo di lui l’aquila fu usata da tutti i suoi successori, nei sigilli e nelle monete. Anche i vessilli degli eserciti imperiali avevano l’aquila come emblema. Al tempo di Enrico VI l’aquila, da vessillo militare si trasformò nello stemma imperiale, il quale dalla metà del secolo XIII è costantemente «d’oro all’aquila di nero». L’aquila bicipite, che contraddistinse lo stemma del sacro romano impero, si trova già in uso nel secolo XII. Nel medioevo adottarono l’aquila nei loro stemmi i duchi di Baviera, di Boemia, d’Austria, e i conti del Tirol. In Italia l’aquila indicò i partigiani dell’imperatore, i ghibellini, benché anche i guelfi l’abbiano adottata con testa «rivoltata di rosso ed afferrante un drago verde». Nella nostra regione gli stemmi più antichi che si conoscono appartengono alle famiglie dei dinasti locali: i conti Lodron, i conti d’Arco, i conti Fla- von, i Castelbarco, oltre i conti Vinschgau – Tirol.

Mentre sono noti gli stemmi dei principi Vescovi di Trento a partire da Alberto I di Madruzzo (1184-1188), non si hanno invece notizie dell’esistenza di uno stemma della diocesi o del principato fino all’anno 1339, quando si cominciò ad usare l’aquila di s. Venceslao.

Fra Bartolomeo da Trento, frate domenicano del convento di s. Lorenzo che si trovava sull‘ area della stazione delle autocorriere, circa la metà del 1200, ci dà la notizia dell’esistenza del sigillo della città di Trento. (continua)

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