von fpm 20.05.2025 16:00 Uhr

20 maggio si celebra la Giornata Mondiale delle Api e la Giornata Europea dei Mari.

La Giornata Mondiale delle Api sensibilizza sull’importanza degli impollinatori e le minacce che affrontano. La Giornata Europea dei Mari si concentra sull’importanza dei mari per lo sviluppo sostenibile dell’Europa.

Immagine creata da IA, elab grafica fpm

Ma il 20 maggio è anche la festa di Gea. Come suggerisce “il sentiero della strega”, fa parte del calendario esoterico. Si tratta di una festa molto importante per la tradizione pagana che celebra Gea o Gaia, simbolo della Madre Terra, generatrice di vita e abbondanza. Gea è una delle figure femminili archetipiche più note nel paganesimo, colei che dà la vita e che si cura di renderla piena e degna di essere vissuta. La Grande Madre, intesa in senso astratto come colei che genera nuova vita, muore e si rigenera con il passare del tempo e delle stagioni, seguendo le fasi della luna (calante, crescente e nuova). Il mito della Madre Terra come generatrice ritorna spesso nella tradizione pagana: la figura di Sibilla, quella di Medea sono altri esempi di come la figura della Grande Madre abbia da sempre rivestito un ruolo centrale nella tradizione pagana. Per il suo aspetto legato alla fertilità e all’essere fecondo, Gea viene indicata anche come protettrice dei matrimoni, della famiglia e di quei valori morali. A Roma, le è stato anche dedicato un tempio in comune con Cerere, dove si celebravano feste solenni per propiziare i raccolti della terra, simbolo della nuova vita che vede la luce.

Gea, intesa dunque come dispensatrice dei frutti, delle piante e degli animali necessari alla vita e al proprio sostentamento ha rappresentato sempre una figura centrale dominante fin dai tempi antichi nella religione dell’uomo. Viene celebrata in piena primavera, quando i nuovi raccolti vedono la luce e arrivano alla vita. Il suo culto risale al periodo primitivo in cui la donna – simbolo e figurazione della terra in quanto madre – sovrintendeva non solo i riti della nascita, ma anche quelli della morte. La donna era infatti colei dalla quale si nasce e colei alla quale si torna: la terra, quindi attraverso la sepoltura. La grande madre – come terra e come immagine del femminile – anch’essa muore e si rigenera tramite il passare delle diverse stagioni e come la luna calante, la luna crescente e la luna nuova.

Il mito della Dea madre è tuttavia presente anche nelle successive manifestazioni di culto: troviamo, ad esempio, la triplicità della terra nel mito delle tre Parche. Come troviamo le tracce del particolare influsso del culto della Dea Madre sul culto pagano greco nella rappresentazione della figura della Sibilla come in quella di Medea, la maga che decide di uccidere i propri figli quando scopre di essere stata tradita da Giasone.

Il valore del mito in questo caso è molto importante in quanto Medea – come maga – aveva potere di vita e di morte proprio come la grande madre. Al tempo stesso, nel momento in cui viene tradita non fa altro che affermare il proprio potere. Scappando sul carro del Sole – al pari di Apollo – afferma il proprio potere. Questo altro non è che uno dei tanti esempi di influsso del culto della grande madre che possiamo trovare trasposti nelle successive culture.

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