Lo schiaffo “tolomeico” (79)

La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…
Kessler di chiare origini tedesche si può far risalire a diversi aspetti storici e culturali. In generale, i cognomi tedeschi spesso derivano da professioni, caratteristiche personali o luoghi di origine. Il nome Kessler potrebbe derivare dal termine tedesco „Kessel„, che significa „caldaia“ o „fornace“, e quindi potrebbe essere stato assegnato a persone che lavoravano come fabbri, forni o in attività legate alla lavorazione del ferro o del vetro. In alternativa, potrebbe anche essere un soprannome dato a qualcuno che viveva vicino a un „kessel“ (una specie di caldera o area di raccolta d’acqua). Presente non solo in Südtirol ma anche in Welschtirol-provincia di Trento, il Tolomei lo aveva modificato in… Parolari! Non mi sforzo neanche un po’ per cercare di decodificare il processo mentale che lo ha portato a tanta idiozia! Il cognome Kettmayr con le sue varianti: Ketterer e Kettmer, furono ritoccati in Catenaro o Catenari… A Khuen invece fu affibbiato Cuni o Cùneghi… e, considerata la malsana fantasia del personaggio tutore di una bizzarra euforia linguistica, ci si poteva aspettare un omerico “Nessuno” qualora avesse voluto “giocare” con la parola tirolese kuën che sarebbe appunto “nessuno” …
Da Kiebacher ha voluto derivare luoghi particolari usando ovviamente una traduzione e così ecco servire Dalrio… che Bach sia “rio o ruscello” è ovvio, così come tanti altri adattamenti simili, l’ometto ne aveva fatto subito appellativo, per così dire, naturale…
Kiem fu sbrigativamente postato con Chimi. In Germania Kiem potrebbe derivare dal termine medio-basso tedesco kif che significa litigio, suggerendo un soprannome per una persona litigiosa ma un’altra possibile origine è il termine kieme, che indica la “cavità di una barca”, forse riferendosi a qualcuno che lavorava nella costruzione navale. Nessun “legame” ragionevole quindi con “Chimi” (continua)






