von fpm 16.05.2025 16:00 Uhr

Comuni di Pedemonte-Casotto, Magasa e Valvestino

Importante quesito posto al Consiglio Provinciale di Trento riguardo un annoso problema

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

A sostegno delle osservazioni illustrate anche dal consigliere Walter Kaswalder sottoscritte dalla conigliera Mara Bosin per quanto riguarda i comuni di Pedemonte, Magasa e Valvestino si parla di una risposta a un percorso visto costituzionalmente e che ha trovato un iter complicato ma anche paradossalmente si può dire già completato se non per la parte finale. Ci sono stati due referendum svoltisi nei giorni del 9 e 10 Marzo 2008 per cui sono passati tantissimi anni a Pedemonte, il 21 e 22 settembre sempre 2008 a Magasa e Valvestino con percentuali favorevoli tra il 70 e l’80 % ad una chiara volontà di aggregazione al Trentino Südtirol. Per quanto riguarda il Comune di Pedemonte, la Regione Veneto a cui attualmente appartiene, il 25 Febbraio 2013 ha approvato la risoluzione numero 37 con la quale ha espresso parere favorevole al distacco della stessa. Per i comuni di Magasa e Valvestino la Regione Lombardia con la mozione 360 approvata il 27 gennaio 2015 ha espresso parere favorevole al distacco e la stessa la regione autonoma Trentino Südtirol con la mozione 47 approvata il 13 novembre 2012 ha espresso parere favorevole all’aggregazione alla stessa dei comuni di Pedemonte, Magasa e Valvestino. Per quale motivo si sta ancora in attesa dell’ovvio ritorno dei comuni al territorio storico? Ebbene, dipende dal ministro dell’Interno: la risoluzione sarebbe prevista entro 60 giorni dalla conclusione dell’iter che porti questo disegno di legge di aggregazione dei tre comuni alla provincia di Trento.

Non dipende dunque dalla Regione e va sottolineato ancora, qualora fosse necessario, che il ripristino dell’appartenenza al territorio storico è un atto di giustizia. Territori che per appartenenza e per identità hanno attivato questo percorso così impegnativo è previsto dalla legge e non qualcosa che è stato fatto soltanto per rivendicare una situazione storica ma ci si è affidati a un percorso costituzionale ed è stato portato a termine. Semplicemente manca l’aspetto conclusivo. Se si riuscirà perlomeno a creare delle condizioni al momento di collaborazione e di sostegno e di farli sentire comunque accolti sarà una cosa davvero importante non un semplice atto di rivendicazione del passato nostalgico ma un vero e proprio atto di giustizia. La storia ci racconta che Pedemonte-Ca- sotto, fino al 1929, erano terre trentine, tutta l’asta sinistra dell’Astico era trentina. An- che la curia di Trento, fino al 1964, aveva la sua giurisdizione su questi comuni. In questo lembo di terra regna il sistema catastale-tavolare asburgico, lo stesso che c’è in Trentino. Il collegamento sociale, lavorati- vo, con gli Altipiani Cimbri è evidente essendo Pedemonte una propaggine orientale degli stessi. Anche i toponimi sono di origine cimbra, addirittura le malghe appartenenti a Casotto si ergono e sviluppano sull’Alpe Cimbra.

Alberto Baldessari è il presidente del comitato «Torniamo in Trentino», una figura importante per la comunità. In un referendum del 2008 la popola- zione di Pedemonte e Casotto scelse di «voler tornare in Trentino» con oltre il 76% di voti a favore. Da allora si è intrapreso un iter per formalizzare dal punto di vista giuridico e legale il passaggio. La Provincia di Trento ha dato il suo benestare così i consigli comunali di Folgerait (Folgaria), Lavròu (Lavarone) e Lusern. Ma alle promesse non sono mai seguite azioni co- stanti che potessero filtrare attraverso le maglie della burocrazia romana.

«Non si demorde – dice Alberto BaldessariDue anni fa ebbi la possibilità di essere presente all’assemblea biennale del Dreier Land- tag (la riunione congiunta dei consigli provinciali di Trento e Bozen e della Dieta del Tirolo) a Riva del Garda. In quell’occasione venne approvata una mozione presentata dal consigliere trentino Alex Marini e dal collega sudtirolese Diego Nicolini con la quale si stabiliva che, come già avveniva per Cortina, Colle Santa Lucia e Livinallongo, anche Pedemonte, Magasa e Valvestino avessero diritto ad un „osservatore“ durante gli incontri periodici, impegno finora non mantenuto».

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