Nuova mostra al Museo del Folklore di Dietenheim

La nuova mostra speciale al Museo degli usi e costumi di Dietenheim presso Bruneck presenta una locanda ambientata durante la guerra dei contadini tedeschi del 1525: il palcoscenico di un’epoca in cui la società si stava riformando e le fondamenta del vecchio ordine stavano vacillando. 500 anni fa in Europa: gli esploratori europei ampliarono la visione del mondo conosciuto e invenzioni come la stampa diffusero la conoscenza più rapidamente. Ma allo stesso tempo anche i conflitti caratterizzarono l’epoca: dopo le epidemie di peste, la popolazione crebbe nuovamente e la domanda di cibo aumentò. I fallimenti dei raccolti e le speculazioni fecero salire i prezzi; l’inflazione, l’aumento dei prezzi, l’aumento delle tasse sui proprietari terrieri e l’aumento del lavoro forzato alimentarono il malcontento dei contadini. Inoltre, vi erano carenze nella cura pastorale; l’accumulo di potere e terre da parte della chiesa aumentò il malcontento. I seguaci della Riforma e dell’Anabattismo diffusero nuovi insegnamenti. La situazione degenerò: nel 1525 scoppiarono guerre contadine in Germania, Svizzera e anche nel Tirolo.
In Tirolo la resistenza crebbe soprattutto nelle Eisack e Pustertal. Le persone insoddisfatte si ribellarono alle autorità ecclesiastiche e secolari e trovarono sostegno tra la gente. La fonte principale dei disordini fu la zona del vescovado di Brixen, dove la rivolta ebbe inizio con la liberazione di Peter Passler il 9 maggio 1525. Passler, di Antholz, si era rifiutato di obbedire al suo padrone e per questo motivo sarebbe stato giustiziato presso la Hofburg di Brixen. Prima che la sentenza fosse eseguita, una folla lo liberò. Scelsero come loro capo Michael Gaismair, lo scrivano del vescovo. Il giorno dopo i liberatori di Passler attaccarono il vicino monastero di Neustift. Sotto la guida di Gaismair, i ribelli ottennero un breve successo in Tirol. Tuttavia, le truppe mercenarie del sovrano repressero brutalmente la rivolta. Nell’ottobre del 1525 il vecchio equilibrio di potere fu ripristinato.
La nuova mostra speciale „Sussurri – Voci – Urla. Guerra delle osterie e dei contadini 1525“ del Museo provinciale degli usi e costumi, in collaborazione con l’Archivio civico di Bruneck, rende visibile e udibile questo periodo turbolento ma affascinante, con le sue tensioni e i suoi cambiamenti. E tutto questo in un luogo vivo: non su un campo di battaglia, ma nella locanda, da sempre importante luogo di incontro per tutte le classi sociali. Qui si incontravano contadini, nobili, clero, cittadini e signorotti, scambiandosi notizie, opinioni e dicerie, a volte anche animatamente. Qui la popolazione locale entrava in contatto anche con i viaggiatori, condividendo cibo e bevande e discutendo di argomenti quotidiani e di attualità sociale. Il fulcro della mostra non è quindi solo la storia della guerra contadina tirolese, ma soprattutto le tensioni sociali in cui questi conflitti scoppiarono.
La mostra è stata inaugurata con una tavola rotonda moderata da Brigitte Strauß, alla quale hanno preso parte lo storico e scrittore Hans Heiss, l’archivista Andreas Oberhofer, l’architetto della mostra e grafico Laurin Kofler e la curatrice della mostra Evi Weissteiner. Brigitte Strauß presentò per prima la pubblicazione di accompagnamento, in cui sette contributi di storici affrontano e approfondiscono gli eventi della guerra dei contadini, il ruolo delle donne e la storia delle locande.
Andreas Oberhofer ha spiegato come il titolo della mostra „sussurri – voci – grida“ voglia condurre dal sommesso brusio di sottofondo di una normale conversazione al crescente e più forte rumore di fondo delle voci, all’escalation, fino a un clamoroso accordo sulla rivolta. Hans Heiss ha illustrato ai presenti l’inizio dell’età moderna e descritto la funzione delle locande come luogo di incontro per diverse classi sociali e di scambio di opinioni e punti di vista, tanto che la stanza degli ospiti era uno dei luoghi di comunicazione più importanti del luogo, un ruolo che è andato perduto nell’epoca moderna.
Evi Weissteiner ha sottolineato la sfida di realizzare una mostra senza oggetti, senza foto e senza registrazioni sonore originali del periodo descritto e di dover quindi cimentarsi con l’allestimento. Infine, Laurin Kofler ha raccontato quanto velocemente abbia familiarizzato con un tema a lui sconosciuto e come le sue visioni siano state realizzate con l’aiuto di disegni creati appositamente. Dopo la discussione, i presenti hanno potuto visionare i risultati in una presentazione in due parti: l’allestimento di un pub e l’informativa sala espositiva speciale. La mostra rimarrà aperta fino al 9 novembre; la pubblicazione allegata è disponibile presso il negozio del Museo del Folklore.






