von fpm 13.05.2025 18:00 Uhr

L’Aquila, stemma di Trento e provincia (11)

Sugli studi di Padre Frumenzio Ghetta ripercorriamo la storia dell’Aquila del Principato, stemma di s. Venceslao, simbolo della nostra identità.

Elab grafica Flavio Pedrotti Moser

Il diploma originale col quale Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia, concedeva nel 1339 a Nicolò di Bruna (l’attuale Brno), Vescovo di Trento, lo stemma di s. Venceslao fu per un periodo irreperibile. Il ritrovamento del diploma è avvenuto del tuto casualmente e dopo lunghe e assidue ricerche d’archivio. Nella primavera del 1971, consultando i documenti del Principato vescovile di Trento, conservati nell’archivio di Stato di Trento alla ricerca di notizie intorno a Filippo Bonacolsi frate francescano vescovo di Trento dal 1289 al 1303, nell’aprire una delle buste contenenti documenti di quel periodo tanto burrascoso per la storia della nostro territorio, si è avuto la gradita sorpresa di avere fra le mani e di ammirare non senza una certa emozione il diploma originale col quale Giovanni re di Boemia pregato dal vescovo Nicolò di Bruna concedeva a lui, ai suoi successori, alla chiesa di Trento, le insegne di s. Venceslao. Per quale ragione il Vescovo Nicolò di Bruna senti la necessità di avere per sé e per la diocesi uno stemma e un vessillo? E perché volle chiedere al suo amico, il re di Boemia, non uno stemma qualunque ma proprio quello di un principe di Boemia, anzi quello dello stesso suo patrono San Venceslao?

Il nuovo imperatore Carlo IV venne a Trento e, nella cattedrale nella Domenica delle Palme 25 Marzo 1347 rivestito con i paludamenti imperiali, aveva assistito alla messa. Nella primavera con un piccolo esercito si diresse poi verso Meran e la incendiò per vendicare l’umiliazione subita dal fratello Giovanni; ma non riuscì ad espugnare Castel Tirol che dovette abbandonare sotto la minaccia dell’avanzata di un esercito bavarese guidato da Ludovico in persona. Ritiratosi a Trento nel luglio di quell’anno si recò a Belluno insieme al vescovo Nicolò dove nell’agosto con una sentenza imperiale che restò poi lettera morta, restituiva al Vescovo Nicolò tutti i feudi trentini usurpati da Mainardo II. Abbandonata anche Belluno andarono insieme in Moravia dove a Nicolsburg, 12 novembre del 1347, il Vescovo Nicolò moriva esule dalla sua diocesi e dalla sua città di Trento. Ora si deve pure notare che dopo sei secoli, nello stemma del Vescovo di Trento non appare più l’aquila di San Venceslao, concessa al vescovo Nicolò, ai suoi successori e alla chiesa di Trento.

L’aquila, uccello sacro a Giove, venne scelta fin dai più antichi tempi come simbolo di forza e di dominio. Secondo Plinio fu Mario a consacrare l’aquila come insegna militare della legione romana. L’iconografia cristiana raffigura l’aquila come simbolo dell’evangelista Giovanni.

Come emblema araldico l’aquila e i tre più diffusi. Essa ci appare per lo più con ali spiegate, la testa rivolta verso la destra dello scudo, col rostro di ricurvo, la lingua sporgente, gli artigli e la coda a ventaglio. (continua)

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