Tradizioni: I trèi Oméni da la Diàc

Foto ed elaborazione UT24
Dall’11 al 15 maggio: I “Santi di Ghiaccio”
11.-15. Mai: Eisheiligen
Dai undes ai quindes de Màgio: I Santi da la Diàc’
Da i òméni da la diàc‘, la primavéra la ferma ‚l viac‘
Mamertus, Pankratius und hinterher Servatius, sind gar gestrenge Herrn, die ärgern die Bauern und auch die Winzer gern
Per i Santi di Ghiaccio, l’Inverno dà un abbraccio.
Mamertus, Pankratius und hinterher Servatius, sind gar gestrenge Herrn, die ärgern die Bauern und auch die Winzer gern
Per i Santi di Ghiaccio, l’Inverno dà un abbraccio.
Nell’area della “Mitteleuropa” da secoli si sa che il periodo in corrispondenza della sesta settimana dall’equinozio di primavera, all’incirca a metà maggio, coincide con un periodo freddo, fatto di burrasche e abbassamento generale delle temperature.
Sono i giorni dei “Santi del Ghiaccio”, conosciuti nell’area degli ex-stati asburgici, in Svizzera e in area germanica e polacca, ma anche in altri paesi europei sono ricordati come nei territori inglesi “frost saints”, francesi “saintes de glaces” o nei paesi bassi “ijsheiligen”.
I nostri vecchi conoscevano bene questi temibili giorni che rischiavano di rovinare i germogli appena spuntati in orti e campi. Dopo l’avvìo definitivo della stagione agricola il 3 maggio, giorno del “Ritrovamento della Santa Croce” e della famosa omonima fiera nella città di Trento, nel quale ricordando come Sant’Elena piantò di nuovo i resti della croce nel terreno per emulazione, si usa la vanga per piantare le nuove varietà stagionali, la “sacca fredda” dei “Santi del Giaccio invita alla prudenza. La tradizione francese addirittura invitava ad aspettare fin dopo questi giorni per seminare.
Il numero dei giorni “di ghiaccio” varia rispetto alle zone: in ambito Dolomitico i “Oméni da la Diàc” ricorrono l’11, 12, 13 maggio giorni dedicati rispettivamente a San Mamerto, San Pancrazio, San Servazio. In altre zone si aggiunge anche il 14 maggio con San Bonifacio di Tarso. Nelle zone bavaresi e germaniche e anche in Ungheria si aggiunge pure la “Kalte Sophie”, la “fredda Sofia”, il 15 maggio, giorno dedicato appunto a Santa Sofia.
I “giorni di ghiaccio” non hanno rilevanza solo nella tradizione, ma hanno anche un riferimento scientifico dovuto ad uno stagionale scontro anticiclonico. Alcuni alunni dello stesso Galileo Galilei avevano seguito per anni il fenomeno descrivendolo in minuziosi e dettagliati appunti per più di un decennio ma abbandonando poi la verifica scientifica.
Negli ultimi anni la saggezza popolare dei “Santi di Ghiaccio” sembra però trovare una certa qual conferma. Per questo attesa e prudenza, perché la stagione calda potrebbe cedere il passo ai “Santi da la Diàc”.






