Lo schiaffo “tolomeico” (77)

La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…
Con il cognome Kelder, (e Kelderer, Keller) il volubile Tolomei sbizzarrì la sua alienazione giocando con una italianizzazione variegata: Canevari, Cellari, Culè… Vero è che dal Medio Olandese kelder ‘cellar’ quindi un nome metonimico nome professionale per un custode di una cantina, in particolare una cantina di vini o un cameriere, si possono derivare i suoi cognomi italioti ma rimane comunque un azzardo dettato dalla instancabile mania di italianizzazione del pavido giocoliere cognomicida. Quando si esplora l’origine dei cognomi, il nome Kelder si distingue come un esempio affascinante. Derivato dalle parole olandesi „Grotta“ o „Scavo„, questo cognome ha una ricca storia che risale a secoli fa. Kelder è legato a varie località, con varianti come Kelderman e Van de Kelder. Questi nomi indicano un collegamento con grotte o scavi, suggerendo che gli individui che portano il cognome Kelder potrebbero essere stati associati a grotte o spazi sotterranei. Questa associazione con le grotte potrebbe indicare un’origine geografica in regioni in cui le grotte erano prevalenti, come il Belgio o i Paesi Bassi.
Oltre alle sue connotazioni geografiche, il cognome Kelder è legato anche a una professione specifica: quella di a préposé au service de la cave, ovvero di cantiniere. Variazioni del cognome, come Keldermann, Kelterman e Keltermans, sottolineano ulteriormente questo collegamento con la gestione delle grotte e dei depositi sotterranei.
Gli individui che portavano il cognome Kelder potrebbero essere stati responsabili della supervisione dello stoccaggio e della manutenzione delle cantine, un ruolo vitale in un’epoca in cui la conservazione del cibo era essenziale per la sopravvivenza. La professione di cantiniere richiedeva la conoscenza delle corrette tecniche di conservazione, nonché la comprensione dell’importanza di mantenere le merci al sicuro da deterioramenti e parassiti. (continua)






