Parliamone: cognomi “tedeschi” in provincia di Trento (70)

Una caratteristica delle aree alloglotte della provincia di Trento è l’intensità con cui i nomi di luogo e i cognomi (e/o soprannomi) come tali o come denominazioni di masi e di località ritornano soprattutto nelle zone cimbre e in quelle mòchene. Ma è tutto il territorio provinciale ad essere coinvolto dai numerosi cognomi di chiara origine tedesca. Si deve anche dire che la spietata italianizzazione dei cognomi durante lo sventurato periodo fascista che aveva colpito duramente la provincia di Bozen, il Südtirol, per mano, anzi per mente diabolica del cognomicida Ettore Tolomei, aveva interessato anche la provincia di Trento, il Welschtirol o Tirolo di lingua italiana. Si deve dire che i notai fecero grande opera di italianizzazione formale dei cognomi. Del resto, famiglie di ceppo italiano e non trentino si insediarono ad esempio nel perginese sin dalla fine del Quattrocento e pur non essendo numerose trovarono una adeguata ospitalità anche perché ai perginesi interessava unicamente che i nuovi venuti non fossero a carico del Comune. Più tardi, anche in contesti simili, i notai cominciarono ad italianizzare per cercare una omologazione onomastica privilegiando cognomi italiani.
Spéccher è un cognome non molto diffuso e praticamente presente in Trentino in località Brandtal (Vallarsa) dove da un antico maso c’è la frazione Spécher (Spéccheri) da cui deriva il cognome. C’è anche chi fa derivare il cognome da speck, che in dialetto locale, oltre a voler dire “pancetta” ha anche il significato di strada carraia selciata e Spécker ne sarebbe il guardiano oppure da spéck, che sempre dal linguaggio locale indica che il paese è in prossimità di un ponte. In passato Spéccher, era pronunciato Spécar. Un altro cognome che è o era presente praticamente solo in Trentino e in particolare nel perginese a prevalenza mòchena è Stalvìzer con una chiara componente tedesca: vizer da Wiese, prato, uno Stàhlwieser che, utilizzando la metodologia cognomicida di Tolomei, sarebbe Del Prato o Dal Prato. E sempre in zona perginese, in quell’area tedescofana che raggruppa vari masi, Castagné o San Vito in cui si trovano i Faiti, i Gretter, gli Ungherle, i Poscher, i Lunz e altri ancora, è presente il cognome Stàoder, cognome variante di un altro cognome, Stàuder, che introduce la saga della Stauder Private Brauerei.
Saga iniziata nel lontano 1867, quando Theodor Stauder, birraio e mastro bottaio di talento, intraprese un viaggio dalla Baviera alla ricerca della sua felicità professionale. Fu così che giunse ad Essen, dove affittò un modesto birrificio artigianale nel cuore della città. Qui, tra le mura di quella piccola struttura, iniziò a produrre birra a bassa fermentazione, gettando così le fondamenta per una tradizione birraria destinata a perdurare nel tempo.
L’anno 1873 segnò una svolta nella storia della famiglia Stauder, quando Theodor e la sua famiglia si trasferirono nella città indipendente di Altenessen, dove, insieme al figlio Jacob, posero le basi per quello che sarebbe diventato l’attuale birrificio Stauder. Da quel momento in poi, la famiglia Stauder si dedicò con passione e impegno alla gestione e all’ampliamento della birreria, innovandola costantemente ai progressi tecnici e alle esigenze del mercato. (continua)






