von mas 26.04.2025 11:00 Uhr

Le modifiche statutarie in Sesta commissione

Fugatti: una mediazione soddisfacente. Le minoranze: serve un supplemento di riflessione  – La prossima settimana una convocazione per le audizioni, il 5 maggio Terza commissione regionale –

Ufficio Stampa PAT

Anche a Trento è iniziato l’esame del testo del Governo italiano di modifica dello Statuto speciale regionale. La Sesta commissione del Consiglio Provinciale,  presieduta da Walter Kaswalder,  mercoledì ha inserito un punto aggiuntivo alla convocazione già programmata perché chiamata ad esprimere un parere favorevole o contrario sull’intero testo (con o senza osservazioni).

Kaswalder ha ricordato che nella stessa giornata era prevista a Bolzano la seduta della Commissione speciale per proposte di modifica dello Statuto. In presenza del presidente della Provincia Maurizio Fugatti l’organismo, dopo ampia discussione, ha deciso di aggiornarsi alla prossima settimana per approfondimenti ed audizioni chieste dai consiglieri Francesco Valduga e Francesca Parolari.

Il PD ha depositato un documento di osservazioni, nel quale si avanzano richieste di chiarimenti su alcune “zone d’ombra”. La consigliera Eleonora Angeli, presidente della Terza Commissione regionale, ha ricordato che il 5 maggio prossimo si svolgerà presso l’organismo da lei presieduto, una seduta di audizione sul tema con Francesco Palermo, Oscar Peterlini, Gianfranco Postal e Roberto Toniatti. La convocazione sarà aperta a tutti.

Il Presidente della Provincia Fugatti ha delineato le modifiche contenute nella proposta alla cui redazione hanno contribuito entrambe le province autonome, richiamando l’impegno mantenuto dal governo italiano sul ripristino delle competenze. I risultati vanno però oltre questo iniziale obiettivo, ha argomentato il presidente, intervenendo su altri aspetti. Il risultato è di mediazione (non tutte le richieste sono state accolte), tuttavia  è senz’altro soddisfacente, ha dichiarato. Non siamo di fronte al terzo statuto come qualcuno ha osservato: non stiamo parlando di una revisione complessiva, ma di una modifica importante e non scontata, nel merito e nei contenuti.

Fugatti ha quindi illustrato i passaggi contenuti nella proposta, All’articolo 4 dello Statuto scompare il limite riferito alle “norme fondamentali delle riforme economico-sociali della Repubblica”. Il limite dei principi dell’ordinamento giuridico della Repubblica sarà contenuto ai soli “principi generali”. Rimangono inalterati gli altri limiti: ordinamento dell’Unione europea, obblighi internazionali e anche l’”interesse nazionale”.  Il limite dei “principi stabiliti dalle leggi dello Stato” (art. 5 dello Statuto) viene circoscritto ai soli “principi fondamentali”.

Nell’ambito dell’ordinamento degli uffici e del personale provinciale, la competenza viene espressamente estesa a disciplina del rapporto di lavoro e della relativa contrattazione collettiva. La competenza su urbanistica e piani regolatori viene specificata in governo del territorio, ivi compresa urbanistica, edilizia e piani regolatori.  La competenza sui servizi pubblici viene meglio specificata ed espressamente estesa a “gestione del ciclo dei rifiuti”.

Si assegna la competenza su “piccole e medie derivazioni a scopo idroelettrico”. Si assegna la competenza su “tutela dell’ambiente e dell’ecosistema di interesse provinciale, compresa la gestione della fauna selvatica” e affidamento dei poteri nella gestione ai presidenti delle Province “ad eccezione della disciplina delle armi e munizioni, all’attività di autorizzazione e sanzionatoria”. Sulla fauna selvatica, Fugatti ha definito le modifiche “idonee a superare il quadro molto complesso” perché ampliano le competenze provinciali. Infine, si promuove la competenza da secondaria a esclusiva sul commercio. La competenza esclusiva, ha aggiunto il presidente, si ritiene che permetterà l’intervento in tema di orari, nel rispetto della concorrenza.

Future modifiche dello Statuto dovranno passare per una “intesa” adottata a maggioranza assoluta dal Consiglio regionale e dai due Consigli provinciali, sul testo approvato dalle Camere dopo la prima delle due deliberazioni previste dalla procedura tipica delle leggi di livello costituzionale. Se entro 60 giorni l’intesa non viene raggiunta, le Camere potranno ugualmente approvare il testo in via definitiva, ma solo a maggioranza assoluta dei propri componenti e “fermi restando i livelli di autonomia già riconosciuti”.

La modifica dell’articolo 107 dello Statuto riguarda disposizioni sugli spazi legislativi: la commissione dei 12 nella sua funzione pattizia vengono ad avere una funzione di “armonizzazione” tra leggi provinciali e statali: “un’innovazione”, l’ha definita il presidente, la cui portata si valuterà, ma che potrebbe comportare risultati importanti nei livelli di autogoverno. Un intervento che si potrebbe rivelare cruciale anche nella riduzione dei contenziosi.

Quanto al tema cruciale dell’intesa la proposta è meno incisiva rispetto alle richieste, ma comunque rappresenta un passo avanti importante, fermo restando che le camere “possono” deliberare in modo diverso, quindi è un’opzione, una possibilità che in ipotesi, di fronte a tre consigli contrari all’intesa, comporterebbe un serio problema istituzionale e politico.

Infine, il richiamo alla tutela dei livelli di autonomia già riconosciuti: una condizione orientativa importante per il legislatore, un aspetto indubbiamente rafforzativo dell’autonomia, che ha fatto parte delle ultimissime trattative con il governo.

In linea generale, Fugatti ha manifestato soddisfazione per il percorso fatto. In primis, in ordine di priorità, per il ripristino delle competenze. In secondo luogo per gli ulteriori, importanti risultati raggiunti. Detto questo si poteva fare di più, ma l’introduzione dell’intesa, seppur non nella forma auspicata, è comunque un passaggio importante. La storia insegna che occorre procedere per obiettivi successivi. Per la prima volta il meccanismo dell’intesa viene inserito nello Statuto. La prossima volta magari si potranno fare ulteriori passi.  Abbiamo sicuramente aumentato il livello di autogoverno dei consigli provinciali, ha concluso.

 

 

La discussione

Valduga: serve un supplemento di approfondimento – Francesco Valduga (Campobase) ha espresso l’esigenza di un “tempo fisiologico” di approfondimento e di confronto. Pare che la Presidente Meloni abbia mantenuto l’impegno, ma ci sono comunque una serie di temi che andrebbero approfonditi: ad esempio, sono davvero le modifiche al titolo V responsabili dell’erosione delle competenze o piuttosto non ci sono delle concorrenze a livello europeo? Possiamo davvero dire di fare dei passi avanti sulla gestione delle fauna selvatica oppure sui rifiuti? E sul tema dell’idroelettrico possiamo sentirci rassicurati? Sull’intesa c’è sicuramente un’operazione di tipo estetico. Alla luce di queste perplessità, Valduga ha rappresentato la richiesta di un ulteriore momento di confronto, ampliando un parterre importante di pareri per esprimere un parere nei tempi stretti che sappiamo.

Angeli: audizioni presso la terza Commissione regionale il 5 maggio – La consigliera Eleonora Angeli (Lista Fugatti), presidente della Terza Commissione regionale è intervenuta a questo proposito per ricordare che il 5 maggio prossimo si svolgerà presso l’organismo da lei presieduto una seduta di audizione sul tema, aperta a tutti, che prevede l’ascolto di Francesco Palermo, Oscar Peterlini, Gianfranco Postal e Roberto Toniatti.

Parolari: zone d’ombra che vanno dipanate – Francesca Parolari (PD) ha annunciato a nome del PD il deposito di una relazione di commento ed ha ribadito la riserva iniziale sul metodo con cui si è arrivati a questo esito, rilevando l’incongruenza tra la rivendicazione di maggiore autonomia e la capacità di incidere a livello legislativo. Ci sono poi alcuni aspetti giudicati positivamente, ma permangono alcune zone d’ombra su cui chiediamo chiarimenti, ha detto.  Infine, sui livelli di autonomia, ha concluso Parolari, pur alla luce delle rassicurazioni, riteniamo che ci siano degli aspetti poco chiari, molte ombre che in una futura prassi applicativa potrebbero diventare dei grimaldelli.

La consigliera Angeli ha replicato che il principio dell’intesa non è inserito da un punto di vista estetico perché implica un accordo pattizio, non una posizione unilaterale. Dal punto di vista sostanziale, è una assunzione di responsabilità politica del Parlamento che non inficerebbe le competenze già riconosciute.

Concluso il dibattito, la Commissione ha convenuto di ascoltare, la prossima settimana (lunedì o martedì pomeriggio) un rappresentante dell’università di Trento e il dottor Fabio Scalet per la lunga esperienza maturata nella Commissione dei 12.

Il presidente Walter Kaswalder ha definito molto positivo il lavoro svolto che ha portato alla stesura di una proposta che ha coinvolto il presidente Kompatscher e il presidente Fugatti. Ha giudicato le modifiche una partenza molto buona dichiarandosi rassicurato dal ministro italiano Calderoli, che si è reso garante di questo percorso.

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