Tradizioni: 20 aprile, Santa Pasqua

Oggi, alla Santa Messa si potrano portare le uova per la benedizione. Dopo la Messa in casa si consuma la “fugàcia” preparata il Martedì Santo, riservando le tre “balòte” ai più piccoli.
A mezzogiorno a tavola, prima del pranzo, il capofamiglia dice qualche parola sulla Pasqua, quindi passa a tutti i presenti un bicchierino con l’acqua santa (oppure vino bianco) che deve essere posta sulle palpebre con un piccolo segno di croce, per vedere così con verità il Cristo veramente risorto, infine devotamente ci si segna invocando benedizione sulla famiglia.
La mattina o il pomeriggio è d’obbligo per la famiglia il gioco del “tiràr a i övi”: l’uovo sodo è posto a debita distanza, e i partecipanti a turno tentano di colpirlo lanciando una moneta. Chi vi riesce ha vinto l’uovo, ma per riuscirvi la moneta deve rimanere nell’uovo anche prendendolo e rovesciandolo. Le uova vinte sono poi preparate in insalata per la cena della sera della Pasqua.
Gioco d’obbligo a Pasqua è anche il “pechenàr” detto anche “scoccetta”, consistente nell’impugnare un uovo con una mano lasciando libera solo la parte terminale, definita “ponta” o “cul” e percuotendola contro quella rispettiva dell’avversario. Alcuni, dopo questi tentativi passa al “ponta contro cul” e viceversa, e si tenta anche il “pancia contra pancia”. Vince chi riesce a mantenere l’uovo il più possibile intatto.
.
Neueste Meldungen

15.12.2025





