von mas 19.04.2025 18:45 Uhr

Un libro al mese: La Pèca del Diavolo – 3°

Il primo libro di Wild Tors (pseudonimo dietro al quale „si nasconde“ Renzo Franceschinel) è un viaggio tra leggende, amore e montagna, nato nel cuore del Primiero, proprio come il suo autore.  Oggi vi proponiamo il terzo stralcio:  „Devo trovare il luogo da dove ho messo il piede in fallo per risolvere una volta per sempre questa sfortuna che mi perseguita e tutta la negatività che mi attiro addosso e solo tu mi puoi aiutare. La Val Male, la Val del Diaol, la Busa del Orco, el pomerot de le Guane, el Taresol …  dame na man!“

L’assenza di Roos dalla baita portò un cambiamento radicale nella vita di Wild. Le giornate, prima scandite dai momenti condivisi, divennero un susseguirsi monotono di lavori solitari e silenzi sempre più pesanti. Occasionalmente passava al rifugio,
portando magari un cesto di prodotti dell’orto o anche solo per scambiare due parole. Ogni visita, però, lo faceva sentire sempre più estraneo alla vita di Roos, come se fosse ormai un ospite distante. Tornava in baita con un senso di vuoto crescente. Lei, invece, immersa nella vivacità della stagione estiva al rifugio, sembrava aver trovato una nuova stabilità …  un equilibrio, lontano dalla negatività percepita nella baita e, per quanto ancora conservasse affetto per Wild, il loro rapporto era sempre più distante. Le lunghe conversazioni, che un tempo li legavano, erano ormai un ricordo, sostituite da brevi messaggi o telefonate di circostanza  (…)

Tra i pensieri che si affollavano nella sua mente, uno si fece sempre più presente. Una vecchia leggenda del paese, qualcosa che gli anziani raccontavano per spiegare la sfortuna o le disgrazie inspiegabili: «Ho pestà la pèca del diaol» era un vecchio
detto che si riferiva a una maledizione legata al camminare su un punto maledetto, ma l’idea che si potesse aver „calpestato l’orma del diavolo“ cominciò a farsi strada nella mente di Wild.

Spinto dalla curiosità e dalla disperazione, iniziò a documentarsi sulle vecchie storie del paese e sulle leggende locali. Sfogliò libri di folclore e religione, interrogò gli anziani che conoscevano le tradizioni, rovistò nei cassetti della memoria per ricostruire frammenti di storie ascoltate da bambino e contattò persino qualche figura di dubbia autorità nel campo del paranormale. Scoprì che, secondo le credenze, „la pèca del diaol“ era un punto invisibile sulla terra dove si accumulavano energie negative. Chiunque l’avesse calpestato, anche solo per sbaglio, si sarebbe ritrovato a vivere una sequenza di sfortune, relazioni spezzate, amicizie sempre più distaccate, affetti dissolti e la solitudine sarebbe diventata una compagna costante  (…)

Wild si lasciò inghiottire dal dolore e dall’amarezza, cercando risposte fuori da sé stesso. Ma, più di tutto, si domandava se ci fosse una verità nascosta in quella leggenda e, soprattutto, un modo per spezzare il cerchio. La baita, ormai vuota e fredda, sembrava riflettere il suo stato d’animo: un guscio in cui i sogni un tempo vividi si erano trasformati in ombre. Così, senza confidare a nessuno quel pensiero che lo tormentava, Wild decise di approfondire ancora di più, cercando risposte che forse, in cuor suo, sapeva di non poter trovare.

Andrej Peribosky, conosciuto da tutti in valle come Bajo, grande amico di gioventù di Wild, uomo gioviale, intelligente e scaltro dalla grande umanità nascosta sotto la rustica scorza dell’esperto cacciatore, in occasione di qualche battuta caccia passava ancora a trovare l’amico.   (…)  «Andrej –  disse – tu che fin da bambino andavi a caccia in questa valle con tuo padre e conosci meglio di chiunque altro le nostre montagne, gli anfratti più nascosti, i passaggi più imprevedibili, dammi una mano. «Una mano a far che?» chiese l’altro basito. «Devo trovare il luogo da dove ho messo il piede in fallo per risolvere una volta per sempre questa sfortuna che mi perseguita e tutta la negatività che mi attiro addosso e solo tu mi puoi aiutare. La Val Male, la Val del Diaol, la Busa del Orco, el pomerot de le Guane, el Taresol, dame na man!» (…)

L’idea di Wild era folle ma, nel profondo della propria disperazione, rappresentava un’ancora a cui aggrapparsi. Bajo, nonostante fosse scettico, decise di non contraddirlo apertamente. Conosceva Wild fin troppo bene e sapeva che, quando si fissava su qualcosa, non c’era modo di fargli cambiare idea. Nei giorni successivi, Bajo cominciò a raccogliere informazioni. Tra i propri ricordi, le storie ascoltate dai vecchi cacciatori e qualche vecchio libro di leggende locali, riuscì a mettere insieme un primo elenco di luoghi che avevano nomi cupi o evocativi (…)  Con l’elenco in mano, Bajo si recò da Wild, che lo accolse con una mappa del territorio stesa sul tavolo della baita, pronta per essere segnata. «Allora,» disse Wild con occhi febbricitanti «da dove cominciamo?» 

Non avrei mai pensato di arrivare a scrivere un libro – ci ha detto Renzo Franceschinel, vecchio amico dai tempi dei „Beatrich“  ed ora affezionato lettore di UT24 –  ma tutto è nato quasi per caso, da uno sfogo pubblicato sul mio stato di WhatsApp dopo che la mia compagna se ne è andata. La scrittura di questo racconto è stata, in un certo senso, una forma di terapia per elaborare quella sofferenza, che in parte porto ancora con me.“

La Pèca (NdR: l’impronta) del Diavolo è qualcosa di misterioso e  magico, che esiste davvero ma che è difficilissimo trovare. Wild Tors / Renzo Franceschinel ci porta con sè dentro la sua vita, nel suo cammino fra le montagne,  fino ai luoghi più nascosti e segreti, talvolta completamente bui, talvolta luminosi … proprio come se ci accompagnasse, passo dopo passo, dentro la sua stessa anima.  E‘ un libro da leggere seduti di fronte al fuoco del camino o sdraiati all’ombra di un larice, con davanti agli occhi le montagne più belle del mondo: quelle di casa.

„La Pèca del Diavolo“ si può trovare online (Youcanprint.it – Mondadori Store – Feltrinelli – IBS.it – Libraccio – Hoepli.it –  Amazon), avendo cura di cercare il libro inserendo il titolo con l’accento corretto su Pèca.  „Oppure – ci ha detto l’autore direttamente da me, contattandomi tramite i canali social di Renzo Franceschinel, Wild Tors – Primör Dolomiti“.  Ci permettiamo di suggerire ai lettori questa seconda soluzione, perchè così il libro arriverà impreziosito da dedica e autografo…

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