von mas 06.03.2025 06:45 Uhr

Briciole di Memoria: A volte ritornano… – 2° parte

Ecco la seconda parte del   „botta e risposta“  fra Nicola Zoller e Giuseppe Matuella  che nelle scorse settimane ha animato stampa e canali social.  Al centro dello scambio, la figura „controversa?!?“ di Cesare Battisti.

Cesare Battisti dopo la cattura - Fotografia Storica / Archivi PAT

La replica di Zoller

Nella sua replica, Zoller si rivolge ai lettori e al signor Matuella „che trova modo ogni volta che io apro bocca su Cesare Battisti – socialista e irridentista – di contestare, più che il sottoscritto,  le personalità che io menziono a supporto dell’opera di Battisti  (…) quest’uomo non viene ‚graziato‘ neanche per il suo compleanno, sempre ‚traditore‘ resta, secondo il signor Matuella. „

„Il signor Mattuella – conclude il suo intervento Zoller – potrà rivolgere direttamente le sue critiche ai personaggi a cui io e gli storici futuri si riferiranno: da Masaryk (anch’egli ‚alto traditore‘?)  … a Claus Gatterer (per cui Battisti fu uomo di ‚rara coerenza‘); dalla professoressa Maria Garbari (‚Battisti traditore? Ma allora l’intera Europa pullulava di traditori‘)  …. a Silvius Magnago. Tutte personalità che valutarono con rispetto la figura di Battisti“

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

tutto ha inizio con una nota di Nicola Zoller (ex consigliere provinciale, socialista da sempre, che ora – come si descrive lui stesso –  „nell’età libera si dedica a ricerche storiche e letterarie“), nel 150° della nascita di Battisti.

Nel presentare la sua recente ricerca „Quaranta Storie“, Zoller fa riferimento al capitolo „La prima guerra mondiale era imprevedibile“, nel quale espone alcune sue considerazioni sulla „storica figura risorgimentale e socialista, sulla quale in Trentino – Alto Adige / Südtirol  (NdR: citazione testuale) rimangono ancora valutazioni divergenti.“  Fra le altre cose, Zoller paragona Battisti al cecoslovacco Masarik, anch’egli parlamentare a Vienna come Battisti:  entrambi si fecero „soldati per liberare le nazionalità oppresse dell’impero austro-ungarico„; cita inoltre la storica italiana Maria Garbari, Claus Gatterer, Silvius Magnago. E conclude auspicando che le sue considerazioni, “ grazie ai media regionali di ampia diffusione, possano essere riproposte alla nostra comunità regionale per una condivisione più ampia e convinta dell’opera battistiana„.

La risposta di Matuella

Su Cesare Battisti la realtà è una sola. Si parte da un presupposto importante, basilare:  il 24 maggio 1915 ci fu una guerra di aggressione da parte del Regno d’Italia nei confronti dell’Impero asburgico,  di cui noi eravamo parte integrante dal 1363,  quando l’ultima dei Tirolo, senza figli, cedette tutta la contea agli Asburgo.

Cesare Battisti si è prestato e ha fatto di tutto perché questa guerra prendesse corpo, diventandone così, causa il suo agire, corresponabile! Inutile resta quindi cercare discolpe per Battisti, citando Claus Gatterer quando lo nomina come uomo di “rara coerenza”, assolutamente nulla da obiettare. La coerenza è una qualità positiva, certo, che può essere però usata sia in bene che in male. E Battisti ha dimostrato la sua caparbia coerenza usandola nel modo negativo, mantenendo fede a un suo progetto fino addirittura al sacrificio personale. Ma questo non va certo a cancellare il male fatto con il suo operare per ideali che erano di suo gradimento,  ma non certo graditi a tutta quella popolazione che lui voleva rendere italiana con la forza.

Per cui ci permettiamo di dire con assoluta certezza: „Ma come possiamo rendere onore a una persona, coerente finché si vuole, ma di una coerenza usata in senso negativo. Un personaggio che ha lavorato a favore dello spionaggio per il Regno d’Italia, e nelle vesti di Deputato al Parlamento di Vienna, dove prestò il suo giuramento di fedeltà all’Impero quel 17 luglio 1911, si è permesso un tour attraverso l’Italia, facendo più di 80 comizi a favore guerra contro l’Austria.

Si è permesso, dopo un incontro presso il Ministero della Guerra a Roma, di attivarsi per sabotare le centrali elettriche di Pietramurata e quella del Fersina a Trento. Nella stessa data cercò di organizzare un attentato sulla linea ferroviaria del Brennero, fra Bolzano e Chiusa, con deragliamento provocato di un trento… e con chissà quali conseguenze. Nell’aprile del 1916 mette a punto uno studio per bombardare Trento, e di fronte alla prudente riserva dello stesso comando della Prima Armata Italiana, si arrabbia al punto di spaccare a pugni il vetro della sua scrivania. Si arruola nell’Esercito del Regno d’Italia sempre dichiarandosi Deputato al Parlamento di Vienna!

Ce ne sarebbe anche a sufficienza, ma se si vuole c’è ancora molto altro, come descritto nei due libri che abbiamo dedicato proprio al personaggio in questione, ai quali nessuno ha fino adesso dato risposte concrete, se non sciocche offese.

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