von fpm 04.03.2025 18:00 Uhr

L’Aquila, stemma di Trento e provincia (1)

Sugli studi di Padre Frumenzio Ghetta ripercorriamo la storia dell’Aquila del Principato, stemma di s. Venceslao, simbolo del nostro territorio.

Foto repertori, elab grafica Flavio Pedrotti Moser

Il diploma originale col quale Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia, concedeva nel 1339 a Nicolò di Bruna (l’attuale Brno), Vescovo di Trento, lo stemma di s. Venceslao fu per un periodo irreperibile. Il ritrovamento del diploma è avvenuto del tuto casualmente e dopo lunghe e assidue ricerche d’archivio. Nella primavera del 1971, consultando i documenti del Principato vescovile di Trento, conservati nell’archivio di Stato di Trento alla ricerca di notizie intorno a Filippo Bonacolsi frate francescano vescovo di Trento dal 1289 al 1303, nell’aprire una delle buste contenenti documenti di quel periodo tanto burrascoso per la storia della nostro territorio, si è avuto la gradita sorpresa di avere fra le mani e di ammirare non senza una certa emozione il diploma originale col quale Giovanni re di Boemia pregato dal vescovo Nicolò di Bruna concedeva a lui, ai suoi successori, alla chiesa di Trento, le insegne di s. Venceslao.

E che quello fosse veramente l’originale stesso del diploma, e non una copia più o meno fedele e contemporanea, era confermato dal grande sigillo che pendeva dalla pergamena con doppio cordoncino giallo e rosso, sigillo raffigurante il re Giovanni a cavallo. L’aquila di Trento delineata e disegnata in quel modo e con tutte quelle fiammelle (420 circa) che la circondavano, non si era mai vista riprodotta in nessuna pubblicazione in nessuno degli stemmi della provincia di Trento. Era stato il Monaco Ughelli il primo a pubblicare sia il diploma sia l’aquila nera di Trento nel 1653. Nella seconda edizione poi, il diploma presenta alcune varianti rispetto all’originale. L’aquila riprodotta dall’Ughelli e un’aquila nera coronata, come l’aquila tirolese dell’epoca. in campo d’argento. Non viene descritta ma dice semplicemente: queste sono le insegne che usano ordinariamente sia la chiesa sia la città di Trento. Si sa però che né l’una né l’altra usò mai come stemma un’aquila coronata.

Si poté conoscere il testo del diploma attraverso i volumi pubblicati dal francescano Bonelli che per i suoi lavori si era servito dell’opera dei confratelli Ippolito Ippoliti e Maria Zatelli che avevano riordinato gran parte dell’archivio del Principato vescovile di Trento copiando centinaia di documenti.

Il Bonelli blasona lo stemma con molta semplicità: Aquila nigra, deaurata in summitate alarum, rostro ed pedibus: Aquila nera, dorata nella sommità delle ali, nei piedi e nel rostro. (continua)

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