von fpm 13.12.2024 06:45 Uhr

Parliamone: cognomi “tedeschi” in provincia di Trento (50)

Andremo a conoscere con Flavio Pedrotti Móser i cognomi e i toponimi di origine tedesca nella provincia di Trento.

Foto wikipedia, elab grafica fpm

Una caratteristica delle aree alloglotte della provincia di Trento è l’intensità con cui i nomi di luogo e i cognomi (e/o soprannomi) come tali o come denominazioni di masi e di località ritornano soprattutto nelle zone cimbre e in quelle mòchene. Ma è tutto il territorio provinciale ad essere coinvolto dai numerosi cognomi di chiara origine tedesca. Si deve anche dire che la spietata italianizzazione dei cognomi durante lo sventurato periodo fascista che aveva colpito duramente la provincia di Bozen, il Südtirol, per mano, anzi per mente diabolica del toponomicida Ettore Tolomei, aveva interessato anche la provincia di Trento, il Welschtirol o Tirolo di lingua italiana. Si deve dire che i notai fecero grande opera di italianizzazione formale dei cognomi. Del resto, famiglie di ceppo italiano e non trentino si insediarono ad esempio nel perginese sin dalla fine del Quattrocento e pur non essendo numerose trovarono una adeguata ospitalità anche perché ai perginesi interessava unicamente che i nuovi venuti non fossero a carico del Comune. Più tardi, anche in contesti simili, i notai cominciarono ad italianizzare per cercare una omologazione onomastica privilegiando cognomi italiani.

Come si è visto, le località in provincia di Trento in cui sono più diffusi i cognomi di ceppo tedesco, oltre ad essere presenti in tutta la provincia, son principalmente la Bersntol (Val dei Mòcheni), la Suganertal (Valsugana) e il perginese in genere, poi Leimtal (Terragnolo) e Trumbeleis o Trabelen, / Trumelays in cimbro (Trambileno) e quindi la zona di Vielgereuth, Folgerait in cimbro (Folgaria) senza ovviamente dimenticare la Nonsberg-Val dé Non e la Zimmertal (Val di Cembra). Pùcher, presente in particolare i Bersntol e nel perginese, deriva da Bùcher, con la variante Puécher che deriva da Bùchegger. A Leimtal-Terragnolo esiste la frazione di Pùechem. Da ricordare una curiosità: si racconta di una particolare famiglia Puècher che migrando da una valle all’altra conseguì un curioso cognome: Passavàlli che diede anche illustri personaggi.

Tra questi vale la pena ricordare Virginio Puecher Passavalli da famiglia di nobili origini trentine, che risiedeva a Milano. Virginio si rifugiò in Svizzera, mentre il padre venne imprigionato nel campo di Fossoli e poi a Mathausen. Nel 1947 sostenne senza successo l’esame di ammissione all’Accademia d’arte drammatica di Roma; Orazio Costa, docente all’Accademia, lo presentò tuttavia a Giorgio Strehler, che gli consentì di iniziare l’apprendistato teatrale presso il Piccolo Teatro di Milano. Dalla stagione 1947-48 partecipò come comparsa in vari spettacoli del Piccolo, svolse attività di assistente di palcoscenico e fu occasionalmente anche assistente alla regia di Strehler.

Tra il 1951 e il 1954 Puecher si trasferì dunque a Roma, dove lavorò per la RAI come redattore delle trasmissioni culturali. Dalla stagione 1955-56 tornò a tempo pieno al Piccolo, con la qualifica di assistente alla regia di Strehler. Nella stagione 1956-57 la cui attività fu in questa fase non più limitata all’assistenza registica, ma spaziò dalle prove al controllo delle recite, dal lavoro drammaturgico alla ricerca di nuovi testi, dalla stesura di programmi di sala alla collaborazione alle attività culturali. (continua)

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