von mas 31.08.2024 14:45 Uhr

Inaugurata la statua di Monsignor Frasnelli

Donata dal Perù al paese del  “vescovo dei poveri”. Tisi: Modello di libertà da se stesso”

Foto: Diocesi Trento

La statua con il volto sorridente e sereno di monsignor Dante Frasnelli “vescovo dei poveri”, come è scritto nella predella, campeggia ufficialmente da domenica 25 agosto nella piazza del suo paese natale, Dardine, frazione di Predaia, in val di Non.

Il religioso degli Oblati di San Giuseppe, partito missionario per il Perù e scomparso nel gennaio 2020, poco dopo aver compiuto i 95 anni  rivive, non solo idealmente, nel cuore dei suoi compaesani anche grazie all’opera marmorea dono della comunità di Huari, la Diocesi peruviana guidata da Frasnelli per più di trent’anni.

È stato l’arcivescovo Lauro Tisi a presiedere la Messa inaugurale, sotto il tendone allestito nel piazzale davanti alla statua. Hanno concelebrato padre Michele Piscopo ex superiore degli Oblati di S. Giuseppe, don Lorenzo Salinetti (Mato Grosso), due religiosi oblati provenienti rispettivamente dal Perù e dalla Nigeria, alcuni parroci (o ex) della val di di Non tra cui don Riccardo Pedrotti, don Daniele Armani, don Renzo Zeni e don Carlo Daz, oltre al rettore del Seminario don Tiziano Telch e al delegato don Mauro Leonardelli.

Insieme alla comunità parrocchiale e all’amministrazione comunale, hanno promosso l’iniziativa anche la associazioni Aca de Vita e Mato Grosso.

Nell’omelia don Lauro commenta il Vangelo secondo Giovanni in cui Gesù, dopo aver sottolineato “Nessuno può venire a me se non gli è concesso dal Padre”, interpella i discepoli (“Volete andarvene anche voi?”) ottenendo da Pietro una netta risposta: “Signore da chi andremo?”.

Per don Lauro da Gesù arriva “una lezione stupenda perché si dimostra totalmente libero da sé stesso. Chiede infatti ‘volete andarvene anche voi?’, anziché dire ‘almeno voi rimanete qui’. La libertà da se stessi è la madre di tutte le libertà e solo Dio sa quanto in questo momento – prigionieri dei like e del consenso, preoccupati della nostra immagine – ci sia bisogno di bonificare le nostre relazioni perché siano relazioni tra uomini e donne liberi da se stessi”. “Spesso invece – incalza don Lauro – i nostri gesti e le nostre relazioni, quello che andiamo dicendo non è quello che viviamo, è quello che opportunisticamente facciamo per farci ammirare o in qualche misura condizionare gli altri”.

“Mi piace sottolineare alla comunità di Dardine e a quella di Huari, così come a tutti coloro che l’hanno conosciuto, che monsignor Dante – ha sottolineato l’Arcivescovo – è stato davvero un uomo libero da sé stesso e questa libertà si esprimeva sia nel parlare sia nell’agire perché dimostrava di saper percorrere la propria strada con coraggio e indipendenza”. Come quando – ha lasciato intendere Tisi – il vescovo Dante accolse in missione la realtà carismatica del Mato Grosso perché “solo gli uomini liberi da se stessi – ha chiosato don Lauro – riescono ad accogliere le novità

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