Viazàr tra le parole: dal todésc al trentìn… (38)

La “parlata” della provincia di Trento presenta un gruppo di particolari espressioni linguistiche che risalgono in gran parte al periodo dell’Impero asburgico ma che provengono anche dal longobardo, una lingua germanica ormai estinta simile al gotico trasmessa per lo più oralmente e presente tra le popolazioni dell’antico Tirolo storico. La forte influenza dell’elemento tedesco come ha rilevato Silvia Valduga, portò ad un abbondante afflusso di prestiti linguistici. Fra i numerosissimi prestiti lessicali, abbondano, tra l’altro, quelli relativi a professioni, alla gastronomia, alla guerra e a tanti altri aspetti della vita quotidiana. Nell’Ottocento una particolare crisi economica spinse la popolazione verso l’esodo migratorio anche individuato nel mancato supporto che al reddito prodotto con un prevalente impiego nel primario sarebbe potuto derivare da solide iniziative manifatturiere, o anche nel settore terziario. Gli emigranti contribuirono alla diffusione di lemmi tedeschi nel dialetto trentino, poiché al ritorno dai periodi di lavoro portavano con sé voci tedesche sia del linguaggio comune.
Crónc, crònco, crònico, malaticcio, infermo, indisposto, derivano dal tedesco krank, malato. Sina, pronunciato βina, con la esse forte, è la rotaia, il binario, la trave metallica, la lunga asta di ferro e deriva dal tedesco Schiene, rotaie, binari. Smir, grasso utilizzato per ungere le ruote del carro, deriva dal tedesco Schmiere, grasso, unto, lubrificante. Stòl, stól, galleria, cunicolo (inizialmente era riferito alle miniere), deriva dal tedesco Stollen, cunicolo, galleria. Svèler, la traversina ferroviaria, dal tedesco Schwelle, traversina ferroviaria. Tòmo, tòm, l’argine, la diga, il terrapieno, la sponda di fiume, la scarpata, dal tedesco-tirolese Damm (pronuncia tom), che appunto vuol dire argine, sostegno, diga, terrapieno, sbarramento, banchina…
Durante il periodo austro-ungarico i soldati trentini in servizio militare nelle caserme austriache e poi alle azioni di guerra dell’esercito austro-ungarico furono una notevole fonte di tedeschismi per il dialetto trentino e crearono un gergo particolare detto “austriacano”, frammisto di italiano, dialetto e austriaco-tirolese, con varie forme di adattamento.
Una inestimabile fonte per la ricerca di voci “austriacane” è costituita dai documenti, diari, memorie, lettere e canzonieri di soldati, conservati nell’Archivio per la Scrittura popolare (istituito nel 1988) presso la Biblioteca del Museo Storico di Trento. (continua)






