Viazàr tra le parole: dal todésc al trentìn… (32)

La “parlata” trentina presenta un gruppo di particolari espressioni linguistiche che risalgono in gran parte al periodo dell’Impero asburgico ma che provengono anche dal longobardo, una lingua germanica ormai estinta simile al gotico trasmessa per lo più oralmente e presente tra le popolazioni dell’antico Tirolo storico. La forte influenza dell’elemento tedesco in quest’epoca portò ad un abbondante afflusso di prestiti linguistici. Fra i numerosissimi prestiti lessicali di questo periodo, abbondano quelli relativi a professioni, alla gastronomia, alla guerra e al gioco del tiro al bersaglio.Come ha sottolineato Silvia Valduga nel suo “Germanismi nel dialetto trentino”, la lingua tedesca occupò durante il periodo austriaco uno spazio importante nella società trentina, come lingua della burocrazia e dell’amministrazione (livello scritto), di una parte del ceto dei commercianti che teneva rapporti con zone tedescofone dell ‚Impero, degli universitari e come lingua delle caserme militari. I tedeschismi moderni attestati nel dialetto trentino derivano principalmente dal dialetto bavaro-tirolese, con qualche influenza del tedesco austriaco della cancelleria imperiale.
La lingua tedesca insieme a tanti termini appartenenti alla lingua longobarda sono penetrate nella parlata di Trento e provincia radicandosi soprattutto nei piccoli centri e nelle valli relegate nel capoluogo a convivere più strettamente con la lingua italiana. Il grande impegno anche didattico di Maria Teresa, la creazione di uno stato moderno accentrato, portò alla diffusione della lingua tedesca della vita politica e amministrativa, con la creazione di un efficiente e capillare apparato burocratico. L’amministrazione era in lingua tedesca: burocrazia, comunicazioni imperiali e libri dietali. Sia la dieta imperiale che la dieta tirolese si tenevano in tedesco. Questo si consolidò fino all’emanazione della Legge fondamentale dell’Impero del 1867, che riconobbe l’equiparazione linguistica nell’amministrazione, nella vita pubblica e nelle diete.
Gli abitanti di Trento e provincia avevano modo di entrare in contatto con tedescofoni prevalentemente nell’ambito di mansioni inerenti all’attività amministrativa, un contatto non certo sufficiente per permettere un’acquisizione della lingua straniera, visto inoltre che fin da gli inizi dell’Ottocento, in base alle norme di assunzione nei pubblici uffici, impiegati e funzionari dovevano conoscere perfettamente la lingua del luogo e che atti e leggi relative al Tirolo italiano venivano tradotti.
Anche il Codice civile e la Gazzetta Ufficiale erano tradotti. In queste traduzioni, peraltro di buon livello, spiccano calchi lessicali e sintattici dal tedesco, in particolare per termini tecnici dell’amministrazione difficilmente trasponibili in italiano. (continua)






