von fpm 22.05.2024 13:30 Uhr

Viazàr tra le parole: dal todésc al trentìn… (26)

Continua con Flavio Pedrotti Móser il viaggio nella lingua parlata in provincia di Trento alla ricerca delle parole che provengono dal tedesco…

foto poastcard, elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

La “parlata” trentina presenta un gruppo di particolari espressioni linguistiche che risalgono in gran parte al periodo dell’Impero asburgico ma che provengono anche dal longobardo, una lingua germanica ormai estinta simile al gotico trasmessa per lo più oralmente e presente tra le popolazioni dell’antico Tirolo storico. Durante i secoli XII e XIII si ebbe un terzo afflusso di etnie germaniche nella provincia di Trento dovuto allo stanziamento di colonie di minatori tedeschi, i canòpi e in questo contesto si formarono molte parole dalla fusione della parlata tedesca con quella locale. La terminologia tecnica relativa all’industria mineraria era prevalentemente costituita da prestiti medio alto tedeschi, un lungo elenco di prestiti lessicali dell’ambito minerario attestati nel Codex Wangianus, poi scomparsi a seguito del1′ abbandono delle miniere. Delle comunità alloglotte immigrate nel basso Medioevo sopravvivono oggi solo alcune isole etnico-linguistiche: un migliaio di Cimbri sparsi nei “Sette Comuni” sugli Altipiani vicentini, nei “Tredici Comuni” veronesi e nel villaggio montano di Luserna in Trentino (il cimbro è parlato in realtà in maniera integra e dalla totalità degli abitanti solo a Luserna e a Giazza, Ljetzan, frazione del comune di Selva di Progno, ma tutta la zona dei suddetti altipiani fra Adige e Brenta, si considera di cultura e tradizione cimbra.

Per numerosi germanismi risulta estremamente difficile stabilire con certezza un unico etimo gotico, o longobardo, o alto-tedesco antico, o tedesco moderno e si danno pertanto lessemi con varie ipotesi etimologiche. Come riporta Silvia Valduga nel suo Germanismi nel dialetto trentino, dagli ultimi decenni del XIV secolo al XVII secolo, con apice nel XV secolo, penetrò in Trentino un dialetto bavaro-tirolese che si evolveva dal tedesco medio al primo tedesco moderno. Con gli Asburgo, infatti, in particolare con Sigismondo, conte del Tirolo e arciduca d’Austria, e con Massimiliano, re di Germania e futuro imperatore, avvenne una sorta di “tedeschizzazione” del paese, dovuta ad uno spostamento della politica e dell’economia trentina verso i paesi tedeschi.

Innsbruck divenne residenza ducale e la sontuosa capitale del Tirolo. L’intera classe dirigente fu tedesca: famiglie nobiliari tedesche (i Gardner, i Welsberg, i Trapp, i Wolkenstein, i Fuchsberg, i Firmian) furono insediate nelle valli trentine a contrastare i nobili locali e i vescovi furono ininterrottamente tedeschi dal 1307 (morte del vescovo veneziano Giovanni Quirini) al 1514 (nomina di Bernardo Clesio).

Anche Clesio e Madruzzo, che aprirono la cultura del Trentino alla cultura italiana, erano di madre (e madrelingua) tedesca. Venne considerevolmente aumentata la comunità della Contrada tedesca nella zona settentrionale della città di Trento, costituita prevalentemente da artigiani, commercianti e osti. (continua)

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