von mas 11.05.2024 09:40 Uhr

Aumentare i posti letto in RSA

Mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Provinciale

RSA - Symbolbild Pixabay

Il problema dell‘assistenza agli anziani, specie non autosufficienti, costituisce una delle maggiori criticità di cui la Comunità trentina dovrà farsi carico nei prossimi decenni. Da questa premessa e da alcune considerazioni in merito alle misure messe in campo che non riescono a compensare la notevole differenza tra posti letto autorizzati e posti letto convenzionati, in particolare nelle strutture della valle di Non che risulterebbero di fatto discriminate, un consigliere di maggioranza ha impegnato la Giunta provinciale a valutare la possibilità di aumentare il numero dei posti letto convenzionati presso le tre RSA della Val di Non, avuto riguardo all’andamento delle liste di attesa, alle esigenze della popolazione non autosufficiente e alla percentuale dei posti letto convenzionati rispetto alla popolazione anziana, sentita anche la Comunità della Valle di Non.

L’assessore competente ha ringraziato il consigliere per aver posto il tema, che solleva una problematica che gli stanno sottoponendo un po’ tutti i territori. Quanto alla valle di Non, posso dire di aver visitato le strutture e averle trovate funzionali e molto ben dirette e che le istanze contenute nella mozione mi sono state rappresentate: c’è un dato statistico inequivocabile. L’impegno è quello di completare la visita alle strutture di tutto il Trentino per poi poter intervenire tenendo conto di tutte le problematiche emerse. Il tema sarà dunque approfondito a 360 gradi e sarà fatta una considerazione accurata e globale, valutando le diverse criticità ed evitare di offrire soluzioni parziali e senza prospettiva. La mozione è stata dichiarata accoglibile in una forma emendata, che ammorbidisce il dispositivo, prevedendo appunto questa “valutazione complessiva”.

Una consigliera di minoranza è intervenuta con piacere su una mozione che ha definito “trasversale” e dunque assolutamente condivisibile, pur consapevole delle difficoltà nel fare i conti con le disponibilità. Il caso specifico della valle di Non, ha aggiunto, è forse anche frutto di un approccio culturale della zona che negli anni ha preferito l’accudimento a domicilio alla collocazione in Rsa, oltre a scelte politiche del passato.

Una consigliera di maggioranza ha ringraziato il proponente per aver sottolineato nella mozione anche quanto fatto nella scorsa legislatura sull’argomento, nonostante le numerose difficoltà legate al Covid che complicò notevolmente anche il clima nelle Rsa e impose l’utilizzo delle risorse per altre finalità. L’auspicio è che in questo nuovo corso si possa intervenire concentrandosi sull’estensione dei posti nelle residenze.

Una consigliera di minoranza ha sottolineato l’importanza del tema che ha definito una sfida grave e preoccupante, suggerendo all’assessore di mettere in campo un piano straordinario in termini di innovazione, strategie e collaborazioni: il Trentino regge benissimo se guardiamo alle classifiche, ma di qui a venti o trent’anni le esigenze saranno aumentate. Alla luce della sua personale esperienza, ha aggiunto, serve un grande sforzo complessivo, affinché tutti i soggetti gestori comprendano la necessità di un recupero, all’interno degli attuali modelli, di risorse da reinvestire nel sistema. Serve, ha concluso, un piano strategico e innovativo che tenga conto che aumento degli anziani= aumento dei bisogni= aumento dei costi e c’è bisogno che lavoriamo tutti, aldilà del colore politico, su questo obiettivo sociale.

Una tematica che sta particolarmente a cuore anche di una consigliera di maggioranza che ha detto di comprendere come il tema dei posti letto in più sia di non facile soluzione. Tuttavia ho fiducia che si possa davvero fare qualcosa per affrontare il tema tutti assieme, ha aggiunto.

Ha espresso sostegno in dichiarazione di voto un collega di maggioranza che ha ricordato che nella precedente legislatura la Giunta ha dato segnali di attenzione al tema della natalità: è comunque impensabile riempire il Trentino di case di risposo, ha detto, serve piuttosto investire sul territorio e sull’organizzazione dell’assistenza domicilare. Anche una consigliera di minoranza ha confermato il sostegno suo e del gruppo di appartenenza: vogliamo pensare che si metta in cantiere uno sforzo straordinario per affrontare questo problema, con una pianificazione che non si concentri solo sul tamponare le emergenze.

Il documento è stato approvato all’unanimità.

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