Padre Patton: riconciliare la Terra Santa
Le ferite causate dalla guerra, l’ipotesi dei due Stati, il ruolo dei cristiani, le vie per arrivare alla pace. Sono i temi toccati da padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, in una lunga intervista rilasciata al direttore editoriale dei media vaticani, Andrea Tornielli, pubblicata in prima battuta su l’Osservatore Romano e in seguito ripresa anche dal portale Vatican News.
“Preghiera e intercessione. Stare, nonostante tutto, in mezzo alle parti che si combattono, per testimoniare l’annuncio pasquale e la consapevolezza che il male è già stato vinto”
“C’è un disagio e una grande difficoltà ad affrontare questi temi anche per noi cristiani di Terra Santa perché ci rendiamo conto benissimo delle sofferenze che ci sono da una parte e dall’altra – si legge tra l’altro nell’interivista – Ci rendiamo conto delle ragioni e dei torti da una parte e dall’altra. Desideriamo che questa guerra finisca, perché altrimenti il solco di odio ogni giorno diventa più profondo, e rimettere insieme i pezzi dopo sarà davvero molto difficile.”
“Le ferite rimarranno a lungo; per essere risanate avranno bisogno di leadership illuminate, da una parte e dall’altra, che sappiamo lavorare per una riconciliazione. In Europa nel Novecento si sono combattute due guerre mondiali con milioni di morti. Ma poi, invece di combattere per le risorse, si condivisero: questo fu il grande colpo di genio di Schuman, De Gasperi e Adenauer quando decisero di creare la Comunità del carbone e dell’acciaio. È un percorso che ha garantito all’Europa una stagione di pace. In questo momento non vedo la possibilità di far qualcosa di simile in Israele e Palestina, perché non c’è la condivisione dello stesso quadro culturale. L’Europa, bene o male, fino alla metà del Novecento, era un continente che faceva riferimento a valori cristiani e quindi anche ai valori della riconciliazione, della pace, della cooperazione e altri simili. Qui ora ci troviamo di fronte a culture che non sono così dialoganti tra di loro.”
“Quello di cui abbiamo e avremo bisogno nei prossimi tempi, oltre alla vicinanza, sarà anche un sostegno concreto per poter aiutare i cristiani e la popolazione locale di fronte alle difficoltà economiche che la guerra ha portato” – conlcude Padre Patton